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Zelensky: “Pronti a offrire uno scambio di territori a Putin in cambio della pace”

Pubblicato: 11/02/2025 15:49

Se Trump riuscirà a portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che ha intenzione di offrire alla Russia uno scambio territoriale diretto, rinunciando ai territori che Kiev detiene nella regione russa di Kursk da quando è stata lanciata un’offensiva a sorpresa sei mesi fa. “Scambieremo un territorio con un altro”, ha detto in un’intervista al Guardian, aggiungendo di non sapere quale parte del territorio occupato dalla Russia l’Ucraina avrebbe chiesto in cambio. “Non lo so, vedremo. Ma tutti i nostri territori sono importanti, non c’è una priorità”, ha detto.
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Gli orrori della guerra

Pestaggi incessanti, in particolare durante i trasferimenti e all’arrivo nei nuovi centri di detenzione; testimoni riferiscono anche di scariche elettriche somministrate ai genitali; privazione sistematica di cibo e sonno; celle gelide d’inverno, dove si è costretti a dormire sul pavimento, o soffocanti d’estate, quando l’acqua viene distribuita con il contagocce; strutture sovraffollate o lunghi periodi di isolamento in spazi angusti che danno la sensazione claustrofobica di essere «sepolti vivi». Inoltre, ci sono pressioni psicologiche e indottrinamento in condizioni di estrema privazione per costringere i prigionieri ad arruolarsi nell’esercito russo; le condizioni igieniche e sanitarie sono paragonabili a quelle dei lager: le testimonianze degli ucraini liberati negli scambi di prigionieri sono costantemente simili e coerenti.

Le autorità ucraine hanno denunciato queste atrocità fin dall’inizio del conflitto. Le condanne da parte delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie internazionali sono state ripetute nel corso degli ultimi tre anni. Tuttavia, a Kiev, spesso sono gli stessi rappresentanti del governo e i soldati liberati a mantenere toni cauti. «Evitando di discutere troppo nel dettaglio, speriamo di non dare ulteriori motivazioni ai russi per essere ancora più spietati con i nostri compagni rimasti prigionieri. Non vogliamo che i carcerieri si sentano autorizzati a infliggere ulteriori torture», dichiarano durante le conferenze stampa, che recentemente hanno visto la partecipazione anche di donne ex prigioniere che hanno condiviso le loro esperienze.

Tuttavia, il fulcro della questione rimane invariato: dall’inizio dell’invasione orchestrata da Vladimir Putin, il regime russo ha applicato sistematiche torture e condizioni di detenzione estremamente dure ai prigionieri di guerra ucraini.

l Wall Street Journal ha raccolto le testimonianze di tre ufficiali carcerari russi che confermano ciò che gli investigatori Onu hanno già descritto nei loro rapporti come «forme diffuse e sistematiche di tortura». Già durante le settimane inziali dell’invasione il capo delle prigioni di San Pietroburgo, generale-maggiore Igor Potapenko, impartì un ordine molto esplicito alle unità d’elite operanti nelle carceri regionali: «Siate crudeli, non abbiate pietà di loro».

I prigionieri ucraini non avrebbero dovuto essere trattati secondo le normali procedure: non vi sarebbero stati limiti o punizioni nel caso di violenze eccessive, le telecamere obbligatorie ovunque, non sarebbero state accese nelle celle e nei luoghi degli ucraini; le guardie avrebbero avuto mano libera e sarebbero state avvicendate mensilmente. Si potevano battere i prigionieri coi metodi più dolorosi e sperimentando tacniche e materiali particolarmente «efficenti».

Le cure delle ferite sarebbero state proibite, per fare in modo che le cancrene si infettassero e degenerassero, sino a costringere i medici ad amputare.

I tre ufficiali russi, due delle forse speciali e un medico, che hanno accettato di parlare sono oggi nascosti da un programma di protezione che aiuta il lavoro dei commissari della Corte Criminale Internazionale. Alla richiesta di chiarimenti, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha replicato che le generalizzazioni contro il sistema carcerario nazionale sono infondate e invece si deve «guardare ai singoli casi particolari».

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Ultimo Aggiornamento: 12/02/2025 14:46

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