
Un infermiere del pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata è stato aggredito durante il turno di notte di domenica. La vittima, Angelo Borea, 47 anni, è intervenuto per aiutare le colleghe nella gestione di un paziente anziano in stato di agitazione e ha ricevuto un calcio in pieno viso. Il violento impatto gli ha causato la rottura del setto nasale e una prognosi di 30 giorni. Sia Borea che l’ospedale si sono costituiti parte civile.
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Un’escalation di violenze nei pronto soccorso
L’episodio del Policlinico Tor Vergata è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni al personale sanitario. Tra novembre e gennaio, si sono registrati diversi casi:
- Frascati: una dottoressa colpita al volto da un paziente;
- Villa San Pietro: una medica schiaffeggiata dalla madre di una giovane paziente la notte di Capodanno;
- San Filippo Neri: una dottoressa 35enne colpita con una scarpa da un 40enne ivoriano;
- Policlinico Umberto I: un dottore e tre infermieri minacciati e presi a calci e pugni da un 47enne insoddisfatto dei tempi di attesa;
- Civitavecchia: un autista di ambulanza aggredito.
L’allarme del Nursing Up: “Sanitari sempre più soli”
Sul caso è intervenuto Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, che denuncia una situazione ormai fuori controllo. «È questa la tragica quotidianità degli operatori sanitari in Italia – ha dichiarato –. La violenza nei nostri pronto soccorso è sistematica e nessuno sembra voler affrontare il problema con serietà».
Per far fronte a questa emergenza, alcuni ospedali hanno avviato corsi di autodifesa per il personale, soprattutto nei reparti più esposti, come pronto soccorso, oncologia e psichiatria.
De Palma chiede un rafforzamento della sicurezza e denuncia la correlazione tra la rabbia dei pazienti e i disservizi della sanità. «Serve rilanciare la sanità di prossimità per ridurre il sovraffollamento dei pronto soccorso e garantire tempi di attesa più dignitosi».