
Il confronto tra Italia e Francia sulle tematiche industriali si fa sempre più intenso, con il futuro della microelettronica, del nucleare, della siderurgia e della chimica al centro del dibattito. A tenere banco sono in particolare il settore dei semiconduttori e la gestione del programma Iris che riguarda i satelliti europei, con un focus sulle governance e le future sfide in ambito industriale.
La prossima riunione dei gruppi di lavoro sul Trattato del Quirinale, in programma a Parigi, potrebbe segnare un punto di svolta in questa lunga trattativa, che si è ulteriormente infuocata durante il recente summit sull’intelligenza artificiale organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron.
Il nodo StMicroelectronics
Uno dei temi più caldi riguarda StMicroelectronics, produttore di semiconduttori partecipato da Italia e Francia, con una quota del 27,5% detenuta rispettivamente tramite la holding italiana e la banca statale francese BpiFrance. La società sta attraversando una fase critica, con un calo di oltre il 23% dei ricavi e del 63% dell’utile nel 2024, e la prospettiva di un ridimensionamento della forza lavoro di circa 2.000-3.000 unità.
A preoccupare è anche la class action in corso negli Stati Uniti, che accusa i vertici dell’azienda di aver nascosto le reali condizioni finanziarie, danneggiando gli investitori. In questo contesto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sollecitato un cambiamento nella governance di StMicroelectronics, chiedendo che la gestione della società venga riformata.

L’Italia, infatti, non è disposta a vedere ulteriormente minacciati i suoi investimenti in StM, che ammontano a circa 10 miliardi di euro, tra cui i 5 miliardi per il progetto di Catania, che beneficia anche del sostegno statale. L’azienda italiana, pur essendo un attore importante nel settore dei semiconduttori, si trova in difficoltà a competere con i giganti del settore come Asml, Nvidia e TSMC, e sta subendo le ripercussioni di una crisi connessa anche al settore automotive.
Il programma Iris: una sfida per la competitività spaziale
Un altro fronte di conflitto riguarda il programma Iris, che prevede il lancio di satelliti europei a partire dal 2030. Urso ha sottolineato come l’Europa sia in ritardo rispetto agli Stati Uniti in questo settore, con la previsione che gli Usa possiederanno oltre 40.000 satelliti in orbita bassa, mentre l’Europa ne avrà circa 290. La competitività del settore spaziale europeo è quindi a rischio, e Urso ha ribadito la necessità di un cambio di passo per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture spaziali europee.
Un altro nodo riguarda la governance di Iris. Il ministro ha espresso la necessità che il programma non veda la Francia in posizione dominante, chiedendo una governance equilibrata tra i vari Paesi coinvolti. L’Italia, infatti, teme che le decisioni in merito alla gestione dei satelliti e delle risorse spaziali possano essere sbilanciate a favore della Francia, compromettendo gli interessi italiani nel settore.