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Etna, intensa attività esplosiva: blindati 3 settori dell’aeroporto di Catania

Pubblicato: 12/02/2025 19:34

A causa dell’intensa attività eruttiva del vulcano Etna, l’Unità di crisi ha disposto la chiusura di tre settori dello spazio aereo nei pressi dell’aeroporto di Catania Fontanarossa. La società di gestione dello scalo ha specificato che “al momento non è prevista alcuna restrizione al numero di voli da e per l’aeroporto”, invitando comunque i passeggeri a verificare lo stato dei propri voli con le compagnie aeree prima di recarsi in aeroporto. L’eruzione, localizzata principalmente nel cratere di sud-est, ha generato una significativa emissione di cenere vulcanica, monitorata costantemente dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

L’attività esplosiva ha prodotto una colata lavica che si sta dirigendo verso valle, avanzando tra il cono principale del 1610 e l’antico cratere Monte Pecoraro. “Non c’è solo questa emissione di lava”, ha spiegato il vulcanologo Boris Behncke dell’Ingv di Catania. “Dal 10 febbraio, almeno due bocche sul fianco occidentale del cratere di Sud-Est stanno generando esplosioni stromboliane ed emissioni di cenere”. Behncke ha precisato che, dopo l’apertura di una frattura alla base del cratere Bocca Nuova, “diversi bracci lavici confluiscono in un unico canale, scendendo da quota 3.000 metri fino a circa 1.900 metri”.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Ingv, pubblicato ieri, l’evoluzione dell’attività vulcanica potrebbe intensificarsi. “Non è possibile escludere fenomeni più energetici, con formazione di colonne eruttive, nubi di cenere e flussi piroclastici”, avverte l’Ingv. La nuova fase eruttiva, iniziata il 6 febbraio, è di tipo misto esplosivo-effusivo. “L’8 febbraio si è aperta una fessura eruttiva alla base del cratere Bocca Nuova, a circa 3.050 metri sul livello del mare, da cui si è originato un flusso lavico che si dirige verso Monte Frumento Supino”.

Nonostante l’imponente attività, al momento non ci sono pericoli diretti per la popolazione. Giuseppe Tonzuso, ricercatore dell’Ingv, ha dichiarato: “Durante il sopralluogo abbiamo rilevato un aumento dell’attività, evidente sia dalla velocità del flusso lavico sia dal degassamento”. Tuttavia, la situazione rimane sotto costante monitoraggio, in attesa di ulteriori sviluppi.

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