
“Sciocchezze ridicole”: Hinton attacca Washington e Londra
Geoffrey Hinton, pioniere dell’Intelligenza Artificiale e premio Nobel per la Fisica nel 2024, ha attaccato duramente Stati Uniti e Regno Unito per la loro decisione di non firmare la dichiarazione comune del vertice sull’IA di Parigi. Per lo scienziato, si tratta di una scelta irresponsabile, che potrebbe aprire la strada a scenari catastrofici, favorendo il caos tecnologico e mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dell’umanità.
Il rischio di un’IA fuori controllo
Hinton non ha mai escluso la possibilità che l’Intelligenza Artificiale possa sfuggire al controllo umano, evolvendosi fino a diventare una minaccia esistenziale. Se lasciata senza regolamentazioni, l’IA potrebbe sviluppare capacità impreviste e prendere decisioni autonome capaci di danneggiare gravemente la società, ha avvertito l’esperto.
Tra i pericoli più immediati, Hinton ha citato cyber attacchi su larga scala, manipolazione di informazioni e opinioni, e la creazione di armi autonome capaci di decidere autonomamente chi colpire. Ma il rischio più inquietante è quello di un’intelligenza artificiale che, attraverso processi di apprendimento sempre più avanzati, possa superare la capacità di controllo dell’uomo, prendendo decisioni che potrebbero portare a conflitti, crolli economici o addirittura all’estinzione dell’umanità.

L’attacco a Washington: “Sciocchezze grottesche”
Intervistato dal suo studio all’Università di Toronto, Hinton ha definito le posizioni espresse dal vicepresidente americano JD Vance “grottesche”, accusandolo di ignorare totalmente i pericoli dell’IA. Secondo Hinton, l’idea che regolamentare il settore significhi ucciderlo è un errore madornale: “Le regolamentazioni non avranno un effetto negativo, anzi, sono l’unico modo per garantire che l’IA venga sviluppata in modo sicuro”.
Hinton ha poi denunciato l’alleanza tra l’amministrazione Trump e le grandi compagnie tecnologiche, accusando Washington di proteggere gli interessi di Silicon Valley a discapito della sicurezza globale: Vance ha persino minacciato altri Paesi, avvertendoli di non interferire con le aziende tech statunitensi.
Londra si tira indietro: una svolta pericolosa
Anche il Regno Unito ha deciso di non firmare il documento finale del vertice, e per Hinton questa scelta segna un punto di svolta negativo: Londra non ha più interesse a governare l’IA. Un’inversione di marcia sconcertante, considerando che appena un anno e mezzo fa il governo britannico aveva organizzato il primo summit mondiale sull’IA a Bletchley Park.

Per lo scienziato, l’assenza di regolamentazioni porterà conseguenze devastanti nel breve termine: crimini informatici più sofisticati, falsificazione di notizie su scala globale e opinioni pubbliche manipolate attraverso algoritmi avanzati. Ma nel lungo periodo, la minaccia più grande è che l’Intelligenza Artificiale diventi del tutto autonoma, prendendo decisioni imprevedibili e mettendo a rischio l’intera civiltà umana.
Un’occasione sprecata
Hinton ha espresso amarezza per il fallimento del summit, che avrebbe potuto rappresentare un primo passo per garantire un futuro più sicuro: “Era un’opportunità per iniziare a costruire un quadro normativo per l’IA, ma Washington e Londra hanno fatto fallire tutto“.
Infine, interrogato sulla decisione americana di non firmare la dichiarazione per via della presenza della Cina, Hinton ha evitato di commentare, limitandosi a dire che il coinvolgimento di Pechino sarebbe comunque stato utile per affrontare il problema su scala globale. Poi, con tono secco, ha concluso: “Credo di aver detto abbastanza. Arrivederci”.