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L’84% degli italiani è favorevole a una legge sul fine vita

Pubblicato: 12/02/2025 19:07

Più dell’80% degli italiani sostiene l’introduzione di una legge che regoli l’eutanasia. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Swg per conto di un’associazione impegnata da anni su questo tema, che evidenzia un ampio consenso trasversale tra elettori di tutti gli schieramenti politici. Tra i sostenitori di una normativa sul fine vita si contano l’83% degli elettori di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, seguiti dal 77% di coloro che votano Lega. Il consenso è ancora maggiore tra i partiti di opposizione: il 92% degli elettori del Partito Democratico, l’88% di quelli del Movimento 5 Stelle e il 94% dei sostenitori di Alleanza Verdi-Sinistra si dicono favorevoli a una legge in materia. Ancora più alto è il dato tra gli elettori di Italia Viva e Azione (89%) e di +Europa, dove il sostegno raggiunge il 96%.

Il sondaggio mostra un consenso diffuso anche a livello geografico. Nelle cinque circoscrizioni delle elezioni europee, l’appoggio a una legge sull’eutanasia si attesta tra l’80% e il 91%, con il dato più alto registrato nel Centro Italia (91%). Nel Nord-Ovest il sostegno è dell’85%, seguito dall’83% nel Nord-Est, l’84% nelle Isole e l’80% al Sud.

Marco Cappato, figura di spicco nelle battaglie per il riconoscimento legale del fine vita, ha commentato i risultati del sondaggio: «I dati confermano ancora una volta quanto sia forte la domanda sociale di una legge sul fine vita. Non ci sorprendono, perché sono in linea con le precedenti rilevazioni – ha spiegato – Dimostrano però la crescente distanza tra i cittadini e una classe politica che continua a evitare il confronto su questo tema cruciale». Cappato, noto per il suo ruolo nella storica sentenza “Dj Fabo”, rischiò un processo penale per aver accompagnato Fabiano Antoniani, rimasto tetraplegico dopo un incidente, a ottenere il suicidio assistito in Svizzera.

Proprio in questi giorni, il sondaggio arriva poco prima di un’attesa pronuncia della Corte Costituzionale. La Consulta dovrà decidere se l’assistenza continua fornita da una persona possa essere equiparata a quella garantita da un dispositivo medico. Se dovesse confermare questa interpretazione, persone affette da patologie come la sclerosi multipla o la Sla, pur non essendo dipendenti da macchinari, potrebbero avere accesso al suicidio assistito. Un caso emblematico è quello di Massimiliano, 44enne affetto da sclerosi multipla, accompagnato in Svizzera da Cappato per porre fine alla propria vita. Altri casi simili, come quelli di Paola, malata oncologica terminale, e Romano, affetto da Parkinson, sono stati rinviati alla Consulta dal Tribunale di Milano per chiarire ulteriormente i requisiti di accesso all’eutanasia.

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