
«Cosa ci fate qui?», sono state le prime parole di Salvatore Sinagra quando ha riaperto gli occhi dopo oltre due settimane di coma. A raccontarlo è stato il padre, Andrea, che insieme al fratello Vito gli era accanto al momento del risveglio. Il giovane siciliano, 30 anni, originario di Favignana, sta mostrando importanti segnali di miglioramento dopo la brutale aggressione subita la notte del 26 gennaio davanti al bar “Sin Nombre” di Puerto del Carmen, a Lanzarote.
Secondo quanto ricostruito, l’aggressore sarebbe un 25enne di Arrecife, già noto alle forze dell’ordine, in stato di fermo dopo l’accaduto. Sembra che l’uomo, sotto l’effetto di droghe e intenzionato a provocare una rissa, abbia infastidito i clienti del locale. Salvatore avrebbe cercato di calmarlo, ma in tutta risposta ha ricevuto un violento colpo al volto con un tirapugni. L’aggressore è stato identificato grazie alle telecamere di videosorveglianza.
Subito dopo l’assalto, Salvatore è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Las Palmas, dove si trova tuttora in terapia intensiva. «Non si rende ancora conto di essere in ospedale», ha spiegato il padre. «Alterna momenti di lucidità a fasi di agitazione e non ricorda nulla di quanto accaduto». I medici valutano il trasferimento in un altro reparto nei prossimi giorni.
Salvatore si era trasferito a Lanzarote diversi anni fa, inizialmente come pizzaiolo, poi gestendo un bar. Tuttavia, aveva deciso di rientrare a breve in Italia. «Stava solo aspettando di completare alcune pratiche», ha aggiunto il padre.
A Favignana, la sua città natale, si è svolta una fiaccolata di solidarietà. Centinaia di persone hanno sfilato per le strade dell’isola, esprimendo affetto e vicinanza con messaggi come «Il mondo ha bisogno di te», «Forza, vita mia» e «Giustizia per Salvatore».