
La Cina ha attaccato la strategia degli Stati Uniti in Ucraina, definendo “ipocrita” il sostegno a Kiev e accusando Washington di sfruttare la guerra per i propri interessi geopolitici. Mentre lancia critiche al ruolo statunitense, Pechino sembra però prepararsi a prendere il posto dell’Europa come principale interlocutore nelle trattative per porre fine al conflitto.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, i funzionari cinesi avrebbero proposto un vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, con la Cina che si offrirebbe come mediatrice per la pace. L’obiettivo sarebbe avviare negoziati in un momento in cui una tregua potrebbe finalmente aprire la strada a una soluzione. L’offerta cinese non ha convinto né gli Stati Uniti né l’Europa, principalmente per i timori legati ai forti legami tra Pechino e Mosca.
La Cina vuole un ruolo da protagonista
Ciò che emerge chiaramente dalla proposta di Pechino è la sua ambizione di sostituire l’Europa come figura centrale nei negoziati per la pace. In un incontro tra Trump e Putin, la Cina vorrebbe essere il principale interlocutore, senza coinvolgere il presidente ucraino Zelensky.

Questo approccio ha suscitato scetticismo a Washington, ma la mossa strategica di Pechino potrebbe essere vista come un tentativo di guadagnare terreno, in un contesto di crescente rivalità con l’Occidente. La proposta non prevede alcuna pressione su Putin per cessare le ostilità, lasciando intendere che la Cina non è pronta a mettere in discussione il suo sostegno economico a Mosca.
L’opportunismo cinese e l’approccio ambiguo
La Cina non ha alcun interesse a ridurre il suo supporto a Mosca. La proposta cinese include il coinvolgimento diretto nella fase post-tregua, con l’invio di forze di peacekeeping nella regione. Ma, mentre Pechino si mostra disposta a giocare un ruolo nella stabilizzazione della zona, non sembra intenzionata a forzare una soluzione sul piano della pace.

Pechino sta anche cercando di consolidare il suo ruolo internazionale, approfittando dell’apertura offerta dalla recente telefonata tra Trump e Putin, durante la quale l’ex presidente ha accennato alla possibilità che la Cina aiuti a fermare il conflitto. Questa mossa potrebbe far parte di un piano più ampio di negoziato, in cui la Cina cercherebbe concessioni sugli aspetti economici, pur senza compromettere il suo rapporto con Mosca.
L’Europa spinta ai margini delle trattative
La proposta cinese potrebbe essere una mossa tattica per emergere come protagonista nella gestione della crisi ucraina, ma rimane incerta la sua capacità di influenzare davvero gli sviluppi. Pechino ambisce chiaramente a sostituire l’Europa come interlocutore chiave nei negoziati di pace, sfruttando la sua posizione con Mosca e cercando di guadagnare il favore di Washington.
In tutto questo, risulta sempre più chiaro come il ruolo dell’Unione Europea rischi di diventare sempre più marginale. La “rivoluzione” portata da Trump in politica estera sta dando evidentemente i suoi frutti, e l’Europa, dopo aver adottato politiche di assoluta intransigenza verso Putin, si trova ora messa all’angolo. E la minaccia cinese è solo una delle tessere di questo mosaico.