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Louise rapita dopo scuola a 11 anni, torturata e uccisa nel bosco: “Il killer è libero, abbiamo paura”. Polizia schierata

Pubblicato: 14/02/2025 15:50

L’omicidio di Louise, undici anni, si è consumato in circa quindici minuti il 7 febbraio, quando la ragazza è scomparsa dopo aver lasciato la scuola a Épinay-sur-Orge, nel sud di Parigi. Il suo corpo è stato rinvenuto il giorno successivo in un bosco nelle vicinanze. Gli inquirenti hanno ricostruito gli eventi in seguito alla confessione del presunto assassino, Owen L., un ventitreenne che abita nei pressi della vittima e che è stato arrestato lunedì scorso.
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Il ritrovamento del corpo

Il procuratore generale di Evry, Grégoire Dulin, ha spiegato in una conferenza stampa che tutto è iniziato intorno alle 13:50 di venerdì scorso, quando Louise ha lasciato la scuola. Come ogni giorno, si stava dirigendo verso casa, un tragitto di circa dieci minuti. Prima di partire, ha inviato un messaggio a un’amica per augurarle un buon fine settimana. Otto minuti dopo, alle 13:58, è stata ripresa dalle telecamere mentre attraversava le strisce pedonali nei pressi di casa. In quel momento, un uomo con un berretto e un piumino nero sembrava seguirla.

Questo individuo è Owen L., studente di informatica e appassionato di calcio e videogiochi. Il giorno dell’omicidio, dopo aver perso una partita di Fortnite, ha deciso di uscire per prendere aria, portando con sé un coltello Opinel. L’intenzione era quella di trovare qualcuno da derubare per “sfogarsi” dopo la sconfitta. Quando ha incrociato Louise, l’ha attirata nel bosco con una scusa. Gli investigatori ritengono che, dopo aver visto la lama, la ragazzina abbia cercato di difendersi, ma lui l’ha colpita a terra e le ha inferto almeno dieci coltellate, alcune delle quali mortali al collo. Alle 14:10, la madre di Louise ha provato a contattarla poiché non era ancora tornata a casa, ma il suo telefono risultava spento e la geolocalizzazione non era attiva. Il corpo della giovane è stato rinvenuto solo all’1:50 di sabato.

L’autopsia e le prime ipotesi

Nel frattempo, Owen è tornato a casa e ha chiesto aiuto alla sua fidanzata per nascondere il delitto, mostrando anche una ferita alla mano e macchie di sangue. Ha confessato alla ragazza di aver “pugnalato più volte una studentessa”. Ai suoi genitori, invece, ha detto che le ferite erano il risultato di un incidente domestico avvenuto giorni prima. Tuttavia, tra domenica e lunedì, un vicino ha riconosciuto Owen come l’uomo ripreso dalle telecamere e lunedì sera è stato arrestato con l’accusa di omicidio. Inizialmente ha negato, ma le prove del Dna, rinvenuto sulle mani della vittima, lo hanno incastrato. “Cercavo qualcuno da rapinare”, avrebbe poi dichiarato agli inquirenti, ma rimangono molte domande a cui gli investigatori cercano ancora risposte.

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