
Negli anni ’90, il cantautore italiano Marco Masini si trovò al centro di un’incredibile e ingiustificata diceria che lo etichettava come “portatore di sfortuna”. Una fama che non aveva alcun fondamento reale, ma che si diffuse rapidamente nell’ambiente musicale e tra il pubblico, influenzando pesantemente la sua carriera.
L’origine della superstizione
Le origini di questa voce sono poco chiare, ma si ritiene che tutto sia nato da alcune sue canzoni dai testi cupi e malinconici, che affrontavano temi come la depressione, la solitudine e la difficoltà di vivere. Brani come Perché lo fai e Vaffanculo esprimevano un forte senso di disagio esistenziale e vennero interpretati da alcuni come simbolo di negatività.
A dare forza alla superstizione contribuirono anche aneddoti privati, coincidenze sfortunate e il passaparola, che portarono alcuni addetti ai lavori e personaggi dello spettacolo a evitarlo. La situazione degenerò al punto che alcuni, per pura superstizione, cercavano di non incrociare il suo sguardo o addirittura si rifiutavano di salutarlo.
Le ripercussioni sulla carriera
Questa fama ingiusta ebbe un impatto significativo sulla carriera di Masini. Nonostante il suo talento e il successo ottenuto con brani amati dal pubblico, il cantautore si trovò sempre più isolato nel mondo musicale. Le radio iniziarono a trasmettere meno le sue canzoni e gli organizzatori di eventi, temendo ripercussioni, lo esclusero da alcune manifestazioni.
Nel 2001, esasperato dalla situazione e dall’etichetta infamante che lo perseguitava, Marco Masini decise di ritirarsi temporaneamente dalle scene. Annunciò il ritiro dalla musica, dichiarando che la pressione psicologica era diventata insostenibile. Fu un momento difficile per l’artista, che si sentiva ingiustamente emarginato per motivi completamente irrazionali.
Il ritorno e il riscatto
Dopo qualche anno di pausa, Masini fece il suo ritorno sulle scene musicali, deciso a lasciarsi alle spalle la diceria e a riconquistare il posto che gli spettava nel panorama musicale italiano. Il suo ritorno culminò con la vittoria al Festival di Sanremo del 2004 con la canzone L’uomo volante, un brano che simboleggiava la sua rinascita artistica e personale.
Con il tempo, l’assurda etichetta di “portatore di sfortuna” si affievolì e venne superata dalla consapevolezza del suo valore come artista. Oggi Marco Masini è riconosciuto per il suo talento e per il contributo significativo che ha dato alla musica italiana, dimostrando come la superstizione possa influenzare negativamente la vita di una persona, ma come la determinazione e il talento possano alla fine prevalere su ogni pregiudizio.