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Trump: “L’Europa ci tratta come nemici”. E rivela di non aver imposto prima i dazi per via del Covid

Pubblicato: 14/02/2025 11:00

Donald Trump torna a minacciare l’Europa con una nuova ondata di dazi, nel quadro di un piano denominato “Fair and Reciprocal Plan”. L’ex presidente ha rivelato che avrebbe voluto imporre tariffe sull’Italia già nel corso del suo primo mandato, ma la pandemia di Covid-19 lo ha costretto a rimandare. “C’era l’epidemia, la gente moriva e io ho un cuore”, ha dichiarato. Oltre al nostro Paese, anche Spagna e Francia erano fra i suoi obiettivi.

Dazi mirati e penalizzazione dell’Unione Europea

A differenza delle tariffe generali del 10-20% minacciate in passato, le nuove misure varieranno da nazione a nazione, in base alle barriere imposte da ciascun Paese ai prodotti americani. L’Unione Europea sarà particolarmente colpita, poiché Trump considera l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) un vero e proprio dazio nascosto, oltre alle multe e alle regole che, a suo dire, penalizzano le aziende statunitensi.

Il piano prevede l’applicazione di dazi “reciproci”, ossia proporzionati alle misure restrittive adottate dai partner commerciali degli Usa. Ad esempio, la tariffa americana sull’etanolo è del 2,5%, mentre il Brasile applica una tassa del 18%. Analogamente, la tariffa media degli Stati Uniti sui prodotti agricoli è del 5%, mentre l’India impone un 39%.

L’Europa nel mirino: il settore auto a rischio

Uno dei settori più esposti alle nuove tariffe è quello automobilistico. La Casa Bianca ha evidenziato come l’Ue imponga un dazio del 10% sulle auto importate dagli Stati Uniti, mentre gli Usa applicano solo il 2,5% su quelle importate dall’Europa. Oltre alle automobili, anche il settore alimentare sarà colpito.

“La Ue può esportare tutti i molluschi che vuole in America, ma vieta le importazioni da 48 Stati americani. Nel 2023, gli USA hanno importato 274 milioni di dollari di molluschi dall’Ue, ma ne hanno esportati solo 38 milioni“, ha sottolineato l’amministrazione Trump.

Le nuove tariffe dovrebbero entrare in vigore il 2 aprile e saranno definite dal segretario al Commercio, Howard Lutnick. Secondo le intenzioni dell’ex presidente, i dazi dovrebbero spingere le aziende europee a trasferire parte della loro produzione negli Stati Uniti, generando nuovi posti di lavoro e stimolando l’economia americana.

Uno strappo alle regole del commercio globale

L’iniziativa di Trump rappresenta una minaccia per l’intero sistema degli scambi internazionali, basato sulle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e sul principio della “nazione più favorita”. Questo principio prevede che ogni Paese offra agli altri lo stesso trattamento riservato ai partner commerciali privilegiati. Secondo Trump, questo meccanismo ha avvantaggiato soprattutto la Cina e gli altri Paesi che “si approfittano” degli Stati Uniti.

Il rischio inflazione: un boomerang per Trump?

Il ritorno dei dazi potrebbe alimentare le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti. Trump ha minimizzato il problema, affermando: “Non credo, ma i prezzi potrebbero salire nel breve termine“.Questa affermazione stride con le critiche rivolte a Joe Biden durante la campagna elettorale, in cui l’ex presidente ha accusato l’attuale amministrazione di aver favorito l’inflazione.

Due giorni fa, i dati ufficiali hanno rivelato un aumento dell’inflazione dello 0,5% a gennaio, portandola al 3%. L’introduzione di nuovi dazi potrebbe farla risalire ulteriormente, mettendo in difficoltà Trump proprio su uno dei temi centrali della sua campagna: la stabilizzazione dei prezzi. Se i costi dei beni importati dovessero aumentare sensibilmente, l’effetto boomerang potrebbe compromettere il sostegno di una parte del suo elettorato.

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