
Gli Stati Uniti si muovono rapidamente per avviare i negoziati sul conflitto tra Russia e Ucraina, ma l’Europa non sarà presente al tavolo delle trattative, che si apriranno nei prossimi giorni a Riad, in Arabia Saudita. L’amministrazione Trump accelera il processo senza coinvolgere i partner europei, puntando a una risoluzione diretta. Dopo giorni di dichiarazioni contrastanti, la posizione ufficiale di Washington è stata chiarita a Monaco dall’inviato speciale per l’Ucraina. Alla domanda sulla presenza dell’Europa ai colloqui con la Russia, l’ex generale Keith Kellogg ha risposto: «Appartengo alla scuola del realismo e non accadrà». Ha poi aggiunto: «Potrebbe essere come il gesso sulla lavagna: potrà irritare qualcuno, ma sono molto onesto. Ai miei amici europei dico: entrate nel dibattito, non lamentandovi della vostra esclusione, ma proponendo idee e aumentando la spesa militare».
La conferma dell’accelerazione è arrivata poche ore dopo. Fonti americane indicano che i negoziati in Arabia Saudita vedranno la partecipazione del segretario di Stato Marco Rubio, del consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e dell’inviato per il Medio Oriente Steve Witkoff. Nessun rappresentante delle potenze europee sarà presente. Secondo alcuni analisti, questa potrebbe essere una strategia per forzare l’Europa a cedere su determinate condizioni pur di ottenere un posto al tavolo. Tuttavia, la posizione di Trump resta incerta: vuole essere persuaso dagli alleati a coinvolgerli, senza però offrire garanzie.
Secondo un report, Washington ha chiesto ai governi europei di fornire proposte dettagliate su aiuti militari, truppe di pace e accordi di sicurezza da offrire all’Ucraina. «Questo documento è il modo in cui ci assicuriamo di essere coinvolti», ha affermato un funzionario europeo. Ma Kellogg ha ricordato: «Trump non vuole ripetere gli errori del formato di Minsk», quando troppi attori coinvolti impedirono un accordo solido.
Gli Stati Uniti hanno fretta, ma non un piano definitivo. «L’amministrazione è in carica solo da 25 giorni», ha spiegato Kellogg. L’inviato ha illustrato il doppio binario dei negoziati: lui manterrà i contatti con Europa e Kiev, mentre Witkoff, già coinvolto in operazioni diplomatiche con Mosca, gestirà i colloqui con la Russia. «Lo stiamo facendo per accelerare. Mi prendo 180 giorni di tempo per coinvolgere tutte le parti. Ho avviato il conto alla rovescia».
Rubio, che aveva già discusso degli accordi economici con l’Ucraina senza menzionare l’Europa, ha rassicurato gli alleati al G7 sull’intenzione di garantire «indipendenza e stabilità all’Ucraina». Tuttavia, ha poi agito autonomamente, parlando direttamente con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Durante il colloquio, entrambi hanno espresso «disponibilità a lavorare insieme per ripristinare un dialogo reciprocamente rispettoso», in linea con le posizioni di Putin e Trump.
In questo scenario, l’Europa appare in una posizione fragile. Il periodo della concertazione di Joe Biden è finito. Mentre Rubio incontrerà la delegazione russa, Kellogg avvierà un tour nelle capitali europee, partendo da Bruxelles. Il tempo per convincere Trump a includere l’Europa nei negoziati è limitato. Ammesso che lo voglia davvero.