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Trump e la guerra commerciale: la vera ragione dietro le minacce di dazi

Pubblicato: 18/02/2025 15:30

La guerra commerciale che Donald Trump sta portando avanti contro l’Europa ha una motivazione ben più profonda di quella che si percepisce superficialmente. Se da un lato il presidente americano usa i dazi come strumento di negoziazione, dall’altro lato il suo vero obiettivo è affrontare l’enorme e crescente deficit pubblico degli Stati Uniti.

A sostenerlo è il giornalista economico Federico Fubini, che sottolinea come questa guerra abbia come finalità primaria una sfida di natura economica: costringere gli altri Paesi, inclusi gli alleati europei, a finanziare il crescente debito americano, comprando titoli del Tesoro.

La strategia di Trump: costringere l’Europa a comprare debito

Il deficit pubblico degli Stati Uniti è oggi il tallone d’Achille di Trump. Ogni anno, Washington è costretta a trovare nuovi compratori per i propri titoli di Stato, e la cifra è enorme: si parla di circa 2.000 miliardi di dollari in più rispetto all’anno precedente.

Se Trump non riuscisse a finanziare il debito, la sua promessa di tagli fiscali alle imprese per il 2026 rischierebbe di fallire. Ecco perché la sua strategia di minacciare dazi è essenzialmente un modo per obbligare i Paesi europei a comprare il debito americano.

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Come spiega Fubini, ogni anno gli Stati Uniti devono piazzare nuovi titoli sul mercato, una somma che, nel 2024, corrisponde all’1,8% del Pil mondiale. Se gli altri Paesi non accettano di comprare questi titoli, Washington rischia un aumento dei tassi d’interesse sul debito, con effetti devastanti per l’economia americana e per la stabilità del dollaro.

La minaccia degli stablecoin

Non è solo la politica dei dazi che preoccupa. Trump ha anche accelerato il progetto delle monete digitali, soprattutto gli stablecoin, che sono “valute” sostenute da depositi, per lo più in dollari. In tal modo, l’America potrebbe cercare di spingere ulteriormente l’Europa e altri Paesi a finanziare il suo debito, minacciando di sostituire l’euro con il dollaro digitale in alcune circostanze.

La contraddizione di Trump e le sfide future

Fubini mette in evidenza una contraddizione fondamentale nella strategia di Trump: se gli Stati Uniti non riusciranno a contenere il proprio deficit, e se l’Europa non accetterà di finanziare il debito americano, potrebbe esserci una svalutazione incontrollata del dollaro, che rischierebbe di compromettere il suo status di moneta di riserva globale.

In ogni caso, secondo Fubini, l’idea di Trump di spingere gli altri Paesi a comprare debito a rendimenti bassi potrebbe non funzionare, portando a una probabile recessione e a un aumento dei tassi di interesse.

In un contesto in cui la Cina e il Giappone sono già esposti a ingenti somme di debito americano, è difficile credere che queste nazioni continuino a finanziare l’incredibile deficit degli Stati Uniti. In effetti, l’Europa si trova di fronte a una situazione in cui dovrebbe decidere se accettare il rischio di svalutazione del dollaro o rifiutare di acquistare più debito americano, con la minaccia di compromettere il proprio accesso al mercato dei consumatori americani e alla protezione militare degli Stati Uniti.

Il futuro incerto

Il problema di fondo, come sottolinea Fubini, è che il debito americano è ormai così grande che non solo gli Stati Uniti, ma anche il resto del mondo ne è coinvolto. Se la strategia di Trump non dovesse funzionare, l’esito più probabile sarebbe una svalutazione non pilotata del dollaro e un aumento dei tassi di interesse, con conseguenze devastanti per l’economia mondiale.

Per l’Europa, dunque, la sfida è complessa e il rischio di perdere la sovranità monetaria è tangibile. La domanda è: come reagiranno i Paesi europei a questa pressione crescente? La guerra commerciale di Trump potrebbe essere solo l’inizio di una serie di mosse economiche che avranno ripercussioni globali.

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