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Ucraina furiosa sulla bozza d’accordo con gli Usa: “Le nostre risorse non sono in vendita”

Pubblicato: 18/02/2025 18:52

L’Ucraina si infiamma dopo la diffusione della bozza di accordo con cui gli Stati Uniti propongono di sfruttare le terre rare del Paese in cambio di aiuti. Anticipata dal Telegraph, la notizia ha suscitato reazioni durissime tra politici, analisti e cittadini, che accusano Washington di voler imporre condizioni capestro a Kiev.

Le critiche di esperti e politici

L’editorialista e finanziere Serhiy Fursa, in un commento ripreso da molti media ucraini, riconosce che l’accordo potrebbe portare benefici come investimenti, posti di lavoro e un ridimensionamento del potere degli oligarchi. Ma, il quadro generale appare ben più preoccupante: “Gli Usa ci considerano un debitore, ma non dobbiamo nulla”, afferma Fursa, ricordando che gli aiuti ricevuti durante la guerra sono stati concessi come sovvenzioni, non prestiti.

Dubbi anche sulle prospettive future: “A giudicare dalle dichiarazioni americane a Monaco, gli Stati Uniti non si comportano più da alleato, ma da controparte. Il fondo che vogliono creare non garantisce protezione militare né un reale impegno industriale: potrebbe servire solo a bloccare lo sfruttamento delle risorse impedendone l’accesso ai concorrenti”.

Anche Oleksiy Plotnikov, economista dell’Accademia nazionale delle scienze, è scettico: secondo lui, la valutazione delle risorse minerarie ucraine risale all’epoca sovietica e potrebbe non riflettere più la realtà attuale. Inoltre, denuncia la vaghezza della proposta avanzata dal presidente Zelensky, che avrebbe aperto il dialogo senza fissare condizioni chiare.

Il deputato Oleksiy Kucherenko è ancora più netto: Il sottosuolo appartiene al popolo ucraino. Non può essere ceduto a nessuno, punto”.

La rabbia sui social

Le reazioni della società civile non sono da meno. Sui social network si moltiplicano gli attacchi all’accordo:

  • “Gli Stati Uniti devono pagarci e fornirci armi per la protezione che ci avevano promesso quando abbiamo rinunciato al nostro arsenale nucleare”, scrive Oleksandr Rekalo.
  • Se gli Usa si comportano come un’autocrazia, che vadano dove è andata la nave russa”, aggiunge un altro utente, ricordando il celebre episodio dell’isola dei Serpenti.
  • Restituiteci le armi nucleari e non avremo bisogno di altro”, protesta Oleksandr Galushko.
  • “Gli Usa fanno pressione economica sulla vittima invece che sull’aggressore”, accusa Natalia Datsenko.
  • “Ci promettono protezione e invece vogliono saccheggiarci”, commenta Maria Malychenko.

In un clima di tensione crescente, qualcuno invita alla calma, come Olena Reshetnyak, che esorta a “non cedere alla destabilizzazione”, mentre il dibattito sulla sovranità delle risorse ucraine si fa sempre più acceso.

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