
Eleonora Giorgi è ricoverata in una clinica romana, dove sta seguendo una terapia del dolore a base di morfina e cortisone. L’attrice, 70 anni, convive con un tumore al pancreas e, nonostante la sofferenza, non vuole essere definita una “guerriera”. «Mi sento più un’archivista che cerca di mettere ordine nel caos», confida in un’intervista al Corriere della Sera. E aggiunge con un filo di speranza: «Sono così matta che spero ancora in un miracolo».
Il ricovero e la terapia del dolore
Dopo un’ultima crisi tre settimane fa, il suo oncologo ha deciso per il ricovero: «Mi sono ritrovata da sola in casa, di notte, a urlare dal dolore». Ora è seguita da Paolo e Luca Marchetti, padre e figlio, specialisti in oncologia. Giorgi non riesce più a camminare e porta sempre con sé un’ampolla e l’ossigeno: «Mi tengono in vita non perché ci sia futuro, ma perché tutto succeda il più tardi possibile». Nei momenti più difficili, a stringerle la mano per ore ci sono i suoi figli, Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro. A San Valentino ha potuto rivedere il nipotino Gabriele, a cui hanno detto che la nonna è in albergo: «Abbiamo liberato in aria dei palloni rossi».
La battaglia contro il tumore
Il tumore al pancreas è uno dei più aggressivi, con tassi di sopravvivenza molto bassi. La malattia si sviluppa soprattutto dopo i 40 anni e colpisce con maggiore frequenza i fumatori. Giorgi affronta la malattia con lucidità, alternando momenti di resistenza a profonde riflessioni sul significato della vita e della morte.
I ricordi e la vita privata
Durante le lunghe notti insonni, ripensa al passato: Alessandro Momo, il suo primo amore scomparso tragicamente, e agli anni della dipendenza dalle droghe: «Quando mi sedano, quelle sostanze in parte le riconosco». Il suo ex marito Massimo Ciavarro è tornato da Lampedusa per starle vicino e cucinarle i suoi piatti preferiti: gnocchi alla romana, polpette con purè, merluzzo al vapore.
Un’anima pronta al viaggio
Giorgi non è credente, ma sente un legame con il divino: «La mia anima è pronta a essere portata via con il vento». Il pensiero della morte non la spaventa: «Vorrei riabbracciare la mia cagnolina Klari e poi mia nonna, Angelo e i due amori napoletani, Pino Daniele e Massimo Troisi». Intanto, continua a prendersi cura di sé: un filo di fard, un cappellino e una spazzola per i capelli. «Ricevo complimenti per la mia eleganza in pigiama», sorride. E, fino all’ultimo, continua a sperare in un miracolo.