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Sinner, la Wada allo scoperto: “Non c’è mai stato doping, abbiamo controllato tutti i test di un anno”

Pubblicato: 19/02/2025 18:21

Il caso di Jannik Sinner continua a far parlare, soprattutto dopo la squalifica di tre mesi che ha suscitato non poche polemiche. La sanzione è stata il frutto di un accordo tra il tennista italiano e la Wada, riguardo a una positività per Closterbol risalente al marzo 2024.

Ora, per dissipare ogni dubbio sulla vicenda, è intervenuto Ross Wenzel, General Counsel dell’Agenzia Mondiale Antidoping, spiegando nei dettagli la posizione dell’organismo. E sono rivelazioni che lasciano sconcertati, perché Wenzel ha chiarito subito che “non c’è mai stato nessun doping“. E allora? Perché la “persecuzione” contro il tennista italiano?

Un’indagine scientifica approfondita

In un’intervista, Wenzel ha sottolineato che l’indagine condotta dalla Wada è stata “significativa dal punto di vista scientifico”. Non si è trattato solo di un’analisi dei fatti, ma anche di un ampio approfondimento condotto da esperti in materia.

Secondo Wenzel, la versione dei fatti è stata comprovata fin dal primo momento e i risultati sono chiari: “Le due positività riscontrate a Sinner a marzo 2024 non sono compatibili con il doping intenzionale, nemmeno con microdosaggi“, ha spiegato il legale.

I controlli sui test preesistenti

Una delle dichiarazioni più rilevanti di Wenzel riguarda i test effettuati nei 12 mesi precedenti alla positività. “La Wada ha consultato diversi esperti e ha controllato tutti i campioni di Sinner degli ultimi 12 mesi“, ha affermato. L’obiettivo era quello di cercare qualsiasi traccia della sostanza incriminata in ogni singolo campione raccolto.

La risposta è stata chiara: “Non è stato trovato nulla“. I laboratori che hanno esaminato il numero considerevole di campioni hanno dato lo stesso risultato, escludendo categoricamente qualsiasi irregolarità.

Nessun comportamento scorretto

Infine, Wenzel ha ribadito che, nonostante le speculazioni sul caso, “non si tratta di un caso di doping o di comportamento scorretto“. L’intervento della Wada mira a chiarire una volta per tutte la vicenda, sostenendo che la squalifica di Sinner non è dovuta a un tentativo di alterare il proprio rendimento con sostanze proibite. “Penso che sia necessario chiarirlo una volta per tutte“, ha concluso il General Counsel.

In questo contesto, la Wada ha voluto mettere in evidenza la trasparenza e la rigorosità del proprio processo investigativo, confermando la correttezza del proprio operato e dell’atleta coinvolto. Resta una domanda: non è doping, le analisi di Sinner per un anno sono sempre state cristalline, non è nemmeno “microdoping”. E quindi? Qualcuno dovrebbe spiegare perché non è stata semplicemente accettata la sacrosanta decisione dell’Itia, che Sinner lo aveva assolto.

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