
La gestione della pandemia in Italia torna sotto i riflettori grazie ai lavori della commissione d’inchiesta sul Covid. Secondo le ultime rivelazioni, miliardi di mascherine importate durante l’emergenza sanitaria erano irregolari, prive di certificazioni adeguate e, in alcuni casi, inefficaci nella protezione dal virus.
Una nuova testimonianza, infatti, chiama in causa direttamente il governo Conte e la sua gestione dell’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale.
Mascherine farlocche: un rischio per medici e forze dell’ordine
L’ex funzionario delle Dogane, Miguel Martina, ha testimoniato in commissione denunciando come gran parte delle mascherine acquistate non fossero a norma. Si trattava di prodotti privi di certificazione CE o con marchi contraffatti, che anziché essere sequestrati, vennero distribuiti a medici, poliziotti e operatori sanitari in prima linea.
Martina, che aveva segnalato i rischi alle autorità competenti, è stato successivamente rimosso dal suo incarico e ha subito un trattamento vessatorio, come confermato da una sentenza del tribunale di Roma.
Il ruolo di Giuseppe Conte e la reazione politica
L’inchiesta solleva interrogativi sul ruolo dell’allora premier Giuseppe Conte. Fratelli d’Italia ha accusato Conte di aver mentito sulla preparazione dell’Italia all’emergenza sanitaria, ricordando la sua dichiarazione del 30 gennaio 2020: “Siamo prontissimi”. Il partito di Giorgia Meloni ha anche evidenziato come il governo abbia ignorato il piano d’azione Ue contro le minacce chimico-batteriologiche, in vigore dal 2017.

Forza Italia, pur criticando la gestione dell’emergenza, ha preso le distanze dall’attacco frontale al leader del Movimento 5 Stelle, mentre il Partito Democratico, M5S e Alleanza Verdi-Sinistra hanno tentato di minimizzare le accuse.
Errori e sprechi: una gestione caotica della pandemia
L’inchiesta della commissione Covid non si limita al caso delle mascherine, ma ricostruisce una serie di errori nella gestione dell’emergenza sanitaria. Tra i punti più critici emergono:
- La mancata applicazione del piano pandemico preesistente.
- L’assenza di una strategia chiara per il contenimento del virus.
- Le misure restrittive confuse, come il divieto ai funerali e i lockdown non coordinati.
- Lo spreco di risorse pubbliche, con l’acquisto di materiali inutilizzati come i famosi banchi a rotelle.
Secondo i dati Istat e Inail, la mortalità tra medici e infermieri in Italia è stata tra le più alte d’Europa nella prima fase della pandemia. La qualità scadente delle mascherine potrebbe aver contribuito alla diffusione del virus tra gli operatori sanitari, aumentando il numero di contagi e decessi.