
Andrea Delmastro Delle Vedove, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio, è stato condannato a 8 mesi di reclusione e interdetto per un anno dai pubblici uffici, con la pena sospesa. La Procura di Roma, però, aveva inizialmente chiesto l’assoluzione per il sottosegretario alla Giustizia del governo Meloni.
Il caso è legato alla diffusione di documenti riservati riguardanti Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto sotto il regime del 41 bis e famoso per lo sciopero della fame in segno di protesta. Il 29 gennaio 2023, Delmastro ha preso contatto con Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), per ottenere delle relazioni della polizia penitenziaria su Cospito. Questi documenti, che includevano informazioni sulle comunicazioni tra l’anarchico e alcuni detenuti mafiosi, erano classificati come “a limitata divulgazione”. Tuttavia, Delmastro ha poi inviato tali informazioni a Giovanni Donzelli, suo collega di partito e compagno di stanza, il quale le ha utilizzate il 31 gennaio in un intervento parlamentare contro alcuni deputati del Pd che avevano visitato Cospito in carcere.
L’episodio ha suscitato forti polemiche, portando la Procura di Roma ad avviare un’indagine per rivelazione di segreto d’ufficio. Dopo il rifiuto della richiesta di archiviazione, Delmastro è stato rinviato a giudizio. Oggi, però, il pm Paolo Ielo ha confermato la posizione iniziale, sostenendo che non ci fosse dolo nel comportamento del sottosegretario e chiedendo quindi l’assoluzione.

Dal Pd a Avs, le opposizioni hanno chiesto un passo indietro al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro dopo la condanna a otto mesi per il caso Cospito. Mentre dalla maggioranza di governo il primo a difenderlo e a confermargli la fiducia è il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Anche Giorgia Meloni ha chiarito: “Sono sconcertata per la sentenza di condanna del sottosegretario Delmastro, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l’archiviazione e successivamente l’assoluzione. Mi chiedo se il giudizio sia realmente basato sul merito della questione. Il sottosegretario Delmastro rimane al suo posto”.
I parlamentari del Partito democratico Debora Serracchiani, Walter Verini, Silvio Lai e l’ex ministro Andrea Orlando affermano: “La condanna del sottosegretario Delmastro conferma le valutazioni politiche già espresse nei confronti di un esponente di spicco del partito di Giorgia Meloni che, evidentemente, si è reso parte attiva di comportamenti gravi e lesivi dell’onorabilità del ruolo ricoperto, utilizzando informazioni riservate per colpire gli avversari politici. Si tratta di un duro colpo per l’ex avvocato di fiducia della premier Meloni e responsabile giustizia del suo partito, prima di andare a ricoprire l’attuale incarico a via Arenula che sta svolgendo in maniera poco onorevole e poco disciplinata”.