
La verità ti fa male, così diceva Caterina Caselli al secolo caschetto d’oro. Un altro biondo, Donald Trump nel suo gergo da Tycoon, grezzo ma immediato, politicamente scorretto, ha detto la verità su Zelensky, quella che la Nato precedente, ma soprattutto l’Europa, non voleva sentire. Ovviamente molto più prosaici sono i motivi per cui lo ha detto, ma questo è un altro discorso. Non pensiamo minimamente che l’Ucraina sia il Belgio o la Danimarca, che ci sia reale e diffusa democrazia, che non ci siano oligarchi, come quelli che hanno spinto al potere Zelensky, o la famosa mafia Ucraina non seconda a quella russa.
Gli Ucraini, con alcune differenze regionalistiche e storiche, sono i famosi Rus’ di Kiev, il primogenito gruppo etnico ugrofinnico che poi si è spostato nel nomadismo combattente degli inizi del primo millennio verso Est, verso Mosca. Le dure e secche parole che pronuncia un personaggio non empatico all’occidente accidentato, vedi vertice di Parigi, europeo sono la verità o no, indipendentemente dal pulpito? Questo dovremmo chiederci, sono vere o è vera la narrazione a reti unificate che l’Europa, compreso l’Italia, ha dato? L’Inghilterra entrò in guerra nel secolo scorso ma non fu sospesa la democrazia elettiva, e loro avevano Wiston Churchill un enorme statista non un comico in perenne maglietta verde come un Grillo. Se l’Italia affrontasse una guerra affiderei noi italiani il comando senza passaggi parlamentari, senza opposizione, a Beppe Grillo in costume d’ordinanza? Questo dovremmo chiederci. Trump con la sua consueta e non nuova brutalità, supportata dal voto democratico, ha posto una questione di realpolitik, l’Europa che vuole fare, lo sappiamo?
Ma perché l’Europa ha fomentato la narrazione Zelensky, a quali interessi Nato/americani siamo andati dietro, ma soprattutto quanto c’è della strategia dello struzzo a nasconderci la verità. L’Europa davanti alla globalizzazione, al potere stroboscopico delle multinazionali, non ne avendone, se non tascabili, o con sede in Svizzera e paradisi fiscali in Olanda, come ha affrontato le sfide di questo nuovo millennio? Di quante divisioni può disporre l’Europa nei rapporti di forza? Verrebbe in mente una espressione siciliana, che per educazione possiamo tradurre che siamo niente immischiati con nulla. Un gruppo di ricchi, grassi, indolenti ed impotenti benpensanti davanti a tute militari, Ak47, satelliti e droni.
Cosa possono fare gli euroburocrati di Bruxelles o i piccoli autocrati, seppur democraticamente eletti, dei singoli Stati? Non hanno strumenti, vedi Difesa, come ci ha sempre brutalmente ma con verità detto il biondo Donald, è non abbiamo la generosità di mettere soldi in comune, debito pubblico europeo, per procurarli. Lo abbiamo fatto solo dietro la paura dei morti del virus, dei camion militari che trasportavano i morti in Lombardia, guarda caso con l’aiuto russo. Il re è nudo, era chiaro che il tempo di Zelensky fosse finito, e così la narrazione cede il passo alla realtà. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E noi europei siamo impotenti, a meno di far uso di un Viagra prodotto dalla Pfizer, con sede ovviamente a New York.