
Un incontro di grande rilevanza si è tenuto di recente a Riad, dove il Fondo russo per gli investimenti diretti, guidato da Kirill Dmitriev, ha discusso con emissari di Washington su un ritorno alla cooperazione economica tra Russia e Stati Uniti.
Dmitriev, già vicino a Putin, ha spiegato che durante l’incontro le due parti hanno trattato non solo della guerra in Ucraina, ma anche di interessi economici comuni, in particolare legati al cambio climatico e allo sfruttamento delle risorse naturali nell’Artico.
Il progetto prevede anche la possibile cooperazione tecnologica, con la Russia che guarderebbe agli Stati Uniti per sviluppare le estrazioni di idrocarburi dal fondale artico, sfruttando la tecnologia avanzata americana.
Il “patto” per la lista bianca di imprese USA
Un aspetto importante che sta emergendo da queste trattative riguarda la creazione di una “lista bianca” di imprese americane che potrebbero ottenere il privilegio di investire in Russia. Secondo indiscrezioni circolanti a Mosca, il governo russo sta progettando di favorire determinate aziende statunitensi, a condizione che contribuiscano a rilanciare l’economia russa.
Inoltre le imprese Usa dovranno impegnarsi in progetti strategici come quelli legati alle estrazioni artiche. Un passo che si inserisce in una più ampia strategia di sblocco delle opportunità economiche, come ha sottolineato anche il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

L’allentamento delle sanzioni: un passo inevitabile?
Il ritorno in Russia delle imprese Usa e la ripresa dei legami economici comportano, inevitabilmente, un allentamento delle sanzioni. Ad oggi, sono in vigore circa 15.000 sanzioni internazionali contro Mosca, ma i mercati finanziari già scommettono su un loro parziale ritiro. La notizia della presentazione di un piano di pace sull’Ucraina da parte dell’inviato americano Keith Kellogg ha avuto un impatto immediato sui mercati, facendo salire i titoli di alcune aziende russe.
Basti pensare che la Sberbank, il principale istituto bancario russo, ha visto crescere il proprio valore del 13%, mentre altre società come Reiffeisen e Danieli hanno registrato aumenti significativi. L’ascesa di Gazprom, compagnia del gas, ha visto un incremento del 62% dei suoi titoli, alimentando le speculazioni su una riapertura dei flussi energetici dalla Russia verso l’Europa.
Il parere di Marco Rubio e le polemiche sulle sanzioni
In questo contesto, il senatore Marco Rubio ha dichiarato che le sanzioni dovranno essere parte di ogni negoziato sul futuro della Russia. Al contempo, il Segretario di Stato Usa ha riconosciuto che almeno questo punto dovrà essere discusso con l’Unione Europea, che, intanto, ha proposto un nuovo pacchetto di misure contro Mosca. Una posizione che a questo punto sembra miope, se non del tutto controproducente. E la prudenza di Giorgia Meloni fa intendere che a Roma questa situazione sia ben chiara.

Le difficoltà economiche per Mosca
La situazione economica della Russia resta critica. I tassi di interesse sono saliti al 21%, la Banca centrale ha drasticamente ridotto le previsioni di crescita e la spesa pubblica è aumentata del 73% rispetto all’anno precedente. Inoltre, il governo russo ha avuto difficoltà nel collocare i propri bond, riuscendo a farlo solo con tassi di interesse molto elevati, a causa dell’inflazione.
Sul fronte della guerra, la Russia ha subito pesanti perdite tra morti e feriti, eppure la situazione sul campo si è deteriorata. Ad oggi, la Russia controlla meno territorio ucraino rispetto al maggio 2022, un fallimento per Vladimir Putin, che ora trova in Donald Trump un possibile alleato per un nuovo approccio al conflitto.
Il ritorno della cooperazione economica tra Mosca e Washington sembra sempre più probabile, con l’allentamento delle sanzioni e il possibile rientro delle imprese Usa in Russia. Un passo che potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici, con impatti diretti anche sul mercato energetico e sugli investimenti internazionali. E che rischia di mettere un’Unione Europea fragile e divisa ancora più all’angolo.