
Si allarga la frattura tra Stati Uniti e Unione Europea sulla guerra in Ucraina. Washington ha deciso di non co-firmare una bozza di risoluzione dell’Onu che condanna l’aggressione russa e ribadisce il sostegno all’integrità territoriale ucraina, un documento sostenuto da oltre 50 Paesi.
La notizia, riportata da Reuters, segna un punto di svolta nei rapporti tra le due sponde dell’Atlantico e solleva interrogativi sulle future strategie occidentali nei confronti del conflitto. Mentre Trump scarica Zelensky, infatti, l’Unione Europea corre in suo soccorso.
Il rifiuto americano e la posizione dell’Ue
“La situazione attuale è che gli Stati Uniti non lo firmeranno“, ha riferito una fonte diplomatica, lasciando intendere una chiara divergenza rispetto alla posizione europea. Il testo della risoluzione riafferma la sovranità dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, un principio che fino a poco tempo fa sembrava un pilastro della politica estera americana.
Mentre Washington si defila, l‘Unione Europea si ricompatta attorno alla leadership di Ursula von der Leyen e Antonio Costa. I due massimi rappresentanti dell’Ue saranno lunedì a Kiev per ribadire il sostegno a Volodymyr Zelensky, una scelta simbolica che evidenzia la determinazione dell’Europa a mantenere un fronte unitario nonostante il dietro front statunitense.

Il piano britannico e le reazioni di Mosca
L’incertezza americana si contrappone invece alla crescente iniziativa britannica. Il primo ministro Keir Starmer ha avanzato l’ipotesi di inviare truppe in Ucraina come parte di una missione di mantenimento della pace, proponendo un piano che coinvolgerebbe fino a 30.000 soldati europei con la garanzia di protezione americana. La proposta, che Starmer vorrebbe presentare a Trump, ha subito scatenato la reazione del Cremlino.
Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitrij Peskov, ha bollato l’idea come “inaccettabile“, avvertendo che un coinvolgimento diretto della Nato sul terreno avrebbe “implicazioni gravi” per la sicurezza della Russia. Anche il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha ribadito che Mosca vedrebbe la presenza di forze Nato in Ucraina come una “minaccia diretta“.
Una divisione che pesa sul futuro dell’Occidente
Il mancato sostegno americano alla risoluzione Onu, unito alle ambizioni europee di rafforzare il proprio ruolo autonomo nel conflitto, segna una frattura sempre più drammatica tra gli alleati storici. Mentre l’Europa punta a sostenere Zelensky, gli Stati Uniti sembrano già proiettati verso una riduzione del loro impegno diretto. Una divergenza che potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici nei mesi a venire, con conseguenze imprevedibili sul conflitto e sulle relazioni tra le potenze occidentali.