
Con manette ai polsi e una cintura intorno alla vita collegata a un guinzaglio tenuto dagli agenti, così Maja T., attivista tedesca di 23 anni, è comparsa oggi in aula a Budapest. Un’immagine che richiama quella di un anno fa, quando Ilaria Salis entrò in tribunale incatenata.
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La giovane è accusata di aver partecipato a aggressioni contro estremisti di destra durante il “Giorno dell’Onore” nel febbraio 2023, insieme all’europarlamentare di Avs.
Estradata nonostante il parere della Corte costituzionale
Solo poche settimane fa, la Corte costituzionale tedesca aveva definito “non fondata giuridicamente” l’estradizione della 23enne in Ungheria, dove si trova da mesi in isolamento in carcere. Nonostante ciò, le autorità magiare hanno avviato il processo.

All’ingresso in aula, alcuni attivisti e amici si sono alzati in piedi in segno di solidarietà. Fuori dal tribunale, decine di manifestanti hanno protestato chiedendo la fine dell’isolamento e la liberazione della giovane.
L’appello di Ilaria Salis
Anche Ilaria Salis ha espresso solidarietà, lanciando un appello al governo tedesco. “Ho appena visto questo video dal Tribunale di Budapest, e il cuore mi esplode di rabbia e dolore. Ma nemmeno di fronte a questo trattamento degradante e indegno la dignità di Maja si piega”, ha scritto su X. “La Germania, dopo averla estradata illegalmente, deve ora riportarla subito a casa”.
Iniziato il processo a Maja T.
— Ilaria Salis (@SalisIlaria) February 21, 2025
Ho appena visto questo video dal Tribunale di Budapest, e il cuore mi esplode di rabbia e dolore.
Ma nemmeno di fronte a questo trattamento degradante e indegno la dignità di Maja si piega.
Siamo tutte con te.
La Germania, dopo averla estradata… pic.twitter.com/WA9WVPts6L
Rischia fino a 24 anni di carcere
Il pubblico ministero accusa la giovane di tentato omicidio e lesioni personali pericolose per la vita, chiedendo fino a 24 anni di carcere. L’udienza preparatoria di oggi, 21 febbraio, è stata limitata a questioni procedurali.
Arrestata a Berlino nel dicembre 2023, Maja T. è stata estradata in Ungheria nel giugno scorso e da allora è sottoposta a isolamento estremo. Il padre denuncia una “forma di tortura psicologica, la cosiddetta ‘tortura bianca’“, con l’obiettivo di estorcerle dichiarazioni.