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Napoli, docente e ricercatore morti nel rogo dell’auto ibrida sulla tangenziale: chiesto il rinvio a giudizio per 6 indagati

Pubblicato: 21/02/2025 14:41
Napoli morti rogo auto ibrida

Una tragica esplosione seguita da un incendio ha causato la morte della ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati e del tirocinante Fulvio Filace nella primavera del 2023. Rimasti intrappolati all’interno di un’auto-laboratorio Volkswagen Polo, alimentata da un innovativo sistema ibrido-solare, non ebbero scampo: il veicolo fu avvolto dalle fiamme in pochi minuti sulla tangenziale di Napoli. Ora, concluse le indagini preliminari, la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per sei persone, accusate a vario titolo di omicidio colposo e incendio colposo.
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Il processo e gli imputati

L’udienza preliminare è fissata per il 28 maggio presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli. Tra i sei imputati c’è Gianfranco Rizzo, ex docente di Macchine e sistemi energetici all’Università di Salerno e amministratore della eProinn, azienda coinvolta nel progetto della vettura sperimentale. Con lui, rischiano il processo anche Francesco Antonio Tiano, assegnista di ricerca, Matteo Marino, amministratore della eProinn, e tre dipendenti della società: Enrico Bianconi, Claudia Bonaccorso e Gregorio Iuzzolino.

Le accuse della Procura

Secondo l’ipotesi accusatoria, l’incendio mortale sarebbe stato innescato dall’esplosione di una batteria al litio, che alimentava la trazione del veicolo, a causa del mancato funzionamento del sistema di sicurezza.

Gli inquirenti contestano anche la scelta di collocare la batteria dietro i sedili anteriori, invece che in una zona isolata e protetta. Inoltre, la vicinanza della batteria a bombole utilizzate per testare le emissioni dell’auto potrebbe aver aggravato la situazione.

Le parti civili

Tra le parti offese, oltre ai familiari delle vittime assistiti dagli avvocati Ivan Filippelli e Fabio Russo, figura anche l’Università di Salerno, rappresentata dal legale Gaspare D’Alia. L’inchiesta è stata coordinata dall’aggiunto Simona Di Monte e dal sostituto procuratore Manuela Persico. Restano ferme la presunzione di innocenza degli imputati e il loro diritto a difendersi in giudizio.

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