
Dopo l’incubo Covid, con le macerie sociali, economiche e sanitarie ancora da analizzare e raccogliere, l’Italia si dota di un nuovo piano pandemico. Il governo di Giorgia Meloni ha previsto un documento aggiornato per una eventuale futura emergenza sanitaria. “Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”, spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci, richiamando subito alla memoria le forti polemiche di chi ha criticato la gestione Covid dei premier Conte e Draghi, con i dpcm, i lockdown, le discriminazioni sociali per le vaccinazioni e tutto quello che sappiamo. Vediamo dunque cosa prevede il Piano e come si comporterà l’Italia in caso di nuova pandemia.
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Nuovo piano pandemico, capitolo vaccini, test, isolamento e quarantena
Il documento, visionato dall’ANSA e anticipato dal Corriere della Sera, riconosce l’importanza dei vaccini per il contrasto alle pandemie, ma allo stesso tempo mette in chiaro che “non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili”. Un netto segno di discontinuità rispetto all’esperienza precedente, dunque. Ecco quindi che “in caso di reale e grave rischio per la salute pubblica sarà necessario disporre di misure combinate che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e la messa in quarantena degli individui esposti”. Questo ultimo punto, invece, è in continuità con il passato. Tutte le misure che verranno adottate dovranno comunque “essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione e ad altri fattori come l’immunità della popolazione, la capacità dei servizi sanitari e la disponibilità di contromisure mediche efficaci come i vaccini e le terapie”.

Capitolo Dpcm
Tutti abbiamo in mente il premier Conte in conferenza stampa che annunciava nuovi Dpcm. I decreti del presidente del Consiglio dei ministri sono infatti atti amministrativi e non legislativi, in quel caso venivano emanati per imporre le regole da seguire per fermare il contagio. Ebbene, anche questo non succederà più: viene escluso “l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali”. Si procederà dunque “solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali” nel caso in cui si debbano imporre “misure temporanee, straordinarie ed eccezionali. Per atti aventi forza di legge si intendono decreti legislativi e decreti legge. Come successe durante il Covid, però, “in caso di necessità” il nuovo Piano pandemico prevede la nomina di un Commissario straordinario all’emergenza.

I tre scenari di rischio in caso di pandemia
Gli scenari di rischio considerati in caso di pandemia sono tre: due sono dovuti a virus influenzali e sono considerati più probabili, mentre l’ultimo – il peggior scenario possibile – viene considerato poco probabile, pur non potendo essere escluso, ed è legato ad agenti patogeni gravi. Nel caso di una pandemia da virus influenzale caratterizzato da patogenicità “lieve”, i ricoveri potrebbero oscillare da 18.882 a 47.809, mentre gli accessi in terapia intensiva da 2.259 a 5.737. Lo scenario intermedio, collegato a un virus influenzale caratterizzato da patogenicità “moderata”, ipotizza dai 103.522 ai 262.948 ricoveri e dai 12.423 ai 31.554 accessi in terapia intensiva. Al picco, si prevede un fabbisogno tra 10.728 e 126.242 posti letto per ricoveri ordinari e tra 1.287 e 15.149 in terapia intensiva. Nello scenario peggiore, che il nuovo Piano pandemico associa a un coronavirus caratterizzato da patogenicità “grave”, i ricoveri complessivi potrebbero oscillare da 570.715 a 3.047.150 e gli accessi in terapia intensiva da 68.697 a 366.787.