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Omicidio di Roberto Bolzoni: fermati zio e nipote per l’uomo ucciso a coltellate in auto a Lodi

Pubblicato: 23/02/2025 13:16

Una svolta significativa ha segnato le indagini relative al tragico omicidio di Roberto Bolzoni, il sessantenne di Lodi brutalmente assassinato. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata sulla pista della rapina, che ha portato all’identificazione e all’arresto di due individui sospettati di essere i responsabili del crimine.

I due fermati sono Roberto Zuccotti, di 48 anni, e suo nipote Andrea Gianì, di 29 anni, che vive con lui. Secondo le indagini della procura di Lodi, la vittima frequentava i due da diversi mesi, trascorrendo del tempo con loro in vari luoghi, tra cui il centro scommesse Snai di Lodi. I due sono stati fermati con l’accusa di omicidio e rapina, e sono stati sottoposti a un primo interrogatorio durante la notte. Zuccotti ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre il nipote non ha rilasciato alcuna ammissione.

Roberto Bolzoni è stato ucciso con oltre trenta coltellate all’interno della sua auto, e gli sono stati sottratti una collana d’oro, un anello, il telefono cellulare e il portafogli. Le indagini scientifiche del Ris di Parma hanno rivelato la presenza di impronte significative appartenenti ai due sospettati all’interno dell’auto della vittima, e tracce di sangue umano sono state rinvenute sulle loro scarpe e nella loro abitazione. Entrambi sono stati trasferiti nel carcere di Lodi, e il giudice dovrà ora pronunciarsi sul provvedimento di fermo. L’accusa di rapina è stata contestata in quanto alla vittima mancavano la collana e la fede d’oro, oltre al telefono cellulare, il portafogli e le chiavi dell’automobile. L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata.

Bolzoni era descritto da chi lo conosceva come una persona tranquilla, senza alcuna inclinazione alla violenza o al coinvolgimento in attività illecite. Tuttavia, le indagini hanno rivelato che i due fermati e la vittima si conoscevano. Il luogo in cui è avvenuto il crimine, Piazza Omegna, vicino all’abitazione di Bolzoni, si trova in una zona universitaria di Lodi, un quartiere residenziale in cui non si erano verificati precedenti episodi di criminalità.

Le indagini sono ancora in corso per chiarire tutti i dettagli del crimine e per determinare il movente esatto dell’omicidio.

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