
Enrico Franceschini su Repubblica ha pubblicato un’analisi dettagliata della guerra in Ucraina in occasione dei tre anni dall’inizio del conflitto. Il 24 febbraio 2022 l’invasione a tappeto delle truppe russe diede inizio alle ostilità. Una guerra che doveva concludersi in una settimana, secondo i piani di Vladimir Putin.
L’obiettivo dichiarato? “Denazificare” l’Ucraina, rovesciare il governo di Zelensky e trasformare Kiev in uno Stato vassallo della Russia, impedendone per sempre l’ingresso nella Nato. Tre anni dopo, la guerra continua a mietere vittime tra militari e civili. Di seguito, le tappe principali di questa devastante cronologia.
L’Antefatto e il Preludio
Nel dicembre 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica, Russia e Ucraina diventarono Stati indipendenti. Kiev consegnò a Mosca i missili nucleari presenti sul suo territorio, ottenendo in cambio la promessa che sarebbe stata rispettata la sua sovranità. Il rapporto tra le due nazioni si incrinò nel 2014 dopo le “rivolte di piazza” e l’ascesa di una leadership filo-occidentale.

L’Attacco: Febbraio 2022
Dopo mesi di manovre lungo il confine, il 24 febbraio 2022 le truppe russe invasero l’Ucraina. Il Cremlino la definì “un’operazione militare speciale”, un eufemismo che mascherava una vera e propria guerra, proibendo ai media di utilizzare il termine “guerra” e minacciando chi osava contraddirlo con la prigione. L’obiettivo era duplice: impedire l’adesione dell’Ucraina alla Nato e all’Unione Europea, oltre a forzare il crollo del governo di Zelensky.
La Resistenza Ucraina
Contrariamente alle previsioni di Mosca, le forze ucraine opposero una resistenza tenace. In un primo momento, i russi cercarono di assassinare Zelensky, che si salvò per un soffio. Le colonne di carri armati russe, lunghe decine di chilometri, vennero contrastate da attacchi di guerriglia condotti da piccole unità ucraine. La resistenza divenne simbolo di una nazione unita nel dolore e nella lotta.
Il Ritiro e le Prime Conseguenze
Dopo l’avanzata iniziale, le truppe russe vennero bloccate. Il 29 marzo il Cremlino annunciò la sospensione dell’offensiva, e il 3 aprile le forze ucraine denunciarono crimini di guerra a Bucha e in altre località, da stupri a torture fino alle esecuzioni sommarie. Questi eventi fornirono materia per il mandato di arresto internazionale contro Putin, provocando l’indignazione globale.
Dinamiche nel Mar Nero e oltre
Il 14 aprile, l’incrociatore Moskva, simbolo della potenza navale russa, venne affondato da un missile ucraino, segnando l’inizio di una serie di colpi devastanti alla Marina russa. Parallelamente, sul fronte meridionale, il 2 marzo nel corso di una controffensiva le truppe ucraine penetrarono in territorio russo. Ma intanto l’esercito sovietico avanzava nel Donbass e sulle linee di trincea.

Espansione della Nato e nuove offensive
Il conflitto ha avuto ripercussioni geopolitiche di vasta portata. Il 18 maggio Svezia e Finlandia hanno abbandonato la loro storica neutralità e hanno chiesto l’ingresso nella Nato, temendo le mire di espansione russa. Il 20 maggio, dopo un assedio senza precedenti, Mariupol è stata conquistata, con bombardamenti che hanno ridotto al suolo edifici civili e luoghi di rifugio.
L’8 giugno, Kiev ha lanciato una controffensiva per costringere i russi al ritiro, senza ottenere i risultati sperati. Nel frattempo, il 9 febbraio 2023 la Russia ha dato il via a una nuova offensiva nel Donbass, subendo ingenti perdite. Il Gruppo Wagner, guidato da Prigozhin, si è spinto fino a Bakhmut, per poi “ribellarsi” ed entrare in conflitto aperto con il Cremlino.
Il massiccio invio di aiuti, sia militari, sia economici da parte degli Usa e dei Paesi della Nato ha permesso a un’Ucraina molto provata e ormai sull’orlo di un collasso interno di resistere alle offensive russe. Ma, nello stesso tempo, hanno creato una situazione internazionale sempre più tesa, con il costante rischio di un nuovo conflitto mondiale.
Il Voltafaccia di Trump e le nuove dinamiche politiche
Il conflitto, dopo anni di stallo e continui scontri, ha visto ora un cambiamento radicale nelle dinamiche geopolitiche internazionali con l’elezione di Trump. Rientrato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato, Trump si è messo in contatto diretto con Putin e ha proposto negoziati bilaterali – escludendo però Kiev e gli alleati europei.

La proposta prevede concessioni significative: l’Ucraina dovrebbe rinunciare a una parte dei suoi territori e cedere, in cambio degli aiuti ricevuti, ingenti risorse minerarie agli Stati Uniti. Il Presidente Usa ha anche scaricato Zelensky, ponendo l’Europa in una situazione molto complessa. Questa svolta, seppur controversa, segna una nuova fase nel conflitto e pone interrogativi sul futuro della Ue e della sicurezza internazionale.
Uno Stallo Senza Precedenti
A tre anni dall’inizio dell’invasione, il conflitto in Ucraina è entrato in uno stallo che ricorda la Prima guerra mondiale. Gli aiuti militari da parte degli Stati Uniti e degli alleati della Nato continuano a fluire, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione il prolungarsi dei combattimenti e le trasformazioni geopolitiche in atto.
La guerra, con le sue innumerevoli tappe – dall’invasione iniziale, al ritiro, passando per le stragi e le controffensive, fino alle audaci mosse diplomatiche di Trump – comunque vada a finire rimarrà nella storia come uno dei conflitti più complessi e devastanti degli ultimi decenni.