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Meloni va al G7, ma quanti dubbi sulla dichiarazione finale

Pubblicato: 24/02/2025 14:18

La premier Giorgia Meloni parteciperà al G7 straordinario convocato per discutere del conflitto in Ucraina, ma la trattativa sulla dichiarazione finale si sta rivelando complessa. Fino a ieri notte, infatti, non era stato trovato un accordo definitivo sul testo che sarà ufficializzato oggi pomeriggio.

Nodo sulla definizione dell’attacco russo

Uno dei punti critici riguarda la formulazione della responsabilità del conflitto. Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni affinché venisse rimosso il riferimento diretto all’“aggressione russa”, preferendo un’espressione più sfumata come “conflitto scoppiato su iniziativa russa”.

Meloni si era già espressa a favore della prima versione durante il suo intervento alla Cpac americana, ma fonti di Palazzo Chigi indicano che l’Italia potrebbe accettare il compromesso, se necessario, per evitare tensioni con Washington.

In parallelo, l’Italia voterà all’Onu sia la risoluzione di Kiev, che attribuisce chiaramente la colpa del conflitto alla Russia, sia quella proposta dagli Stati Uniti, che invece si limita a chiedere la fine delle ostilità, risultando più gradita a Mosca.

Meloni tra posizioni diverse: l’equilibrio con Trump

Inizialmente, la premier sembrava orientata a non partecipare alla call del G7, ufficialmente per impegni di agenda con Mohammed bin Zayed, leader degli Emirati Arabi Uniti. Ma il colloquio con l’emiratino è stato anticipato e Meloni ha deciso di prendere parte all’incontro, seppur con prudenza. Il timore principale è quello di creare uno strappo tra i leader europei e Donald Trump, sempre più critico sull’invio di aiuti all’Ucraina.

Il testo della dichiarazione è stato affidato al presidente di turno del G7, il canadese Justin Trudeau, che ha consultato la Casa Bianca per trovare una formula condivisa. L’Unione Europea, attraverso la presidente Ursula von der Leyen, ha ribadito il proprio “sostegno incrollabile” a Kiev, allineandosi alle posizioni di Macron e Starmer, mentre Trump resta su una linea opposta.

Secondo fonti governative, Meloni durante l’incontro insisterà sulla necessità di una “pace giusta”, esprimendo solidarietà alla “resistenza eroica” dell’Ucraina. È probabile che ribadisca anche il suo sostegno a Trump, cercando di rassicurare gli alleati europei sul fatto che, qualunque sarà l’inquilino della Casa Bianca, gli Usa non abbandoneranno il continente.

Zelensky in collegamento, focus sulla difesa UE

Alla call parteciperà anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in giornata incontrerà von der Leyen e il premier spagnolo Pedro Sánchez. Il tema della difesa sarà centrale anche nel Consiglio europeo straordinario del 6 marzo, in cui si discuterà delle spese militari.

Una delle ipotesi sul tavolo – che l’Italia non esclude – è quella di destinare una parte dei fondi Next Generation EU non ancora utilizzati, a partire da giugno 2026, all’acquisto di armamenti. Una proposta che potrebbe rivelarsi un segnale a Trump, che chiede un maggiore impegno europeo nella difesa comune.

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