
L’Italia ha scoperto un tesoro. Il suo tesoro. Mentre Usa e Russia discutono la pace sulla base (pare) delle cosiddette terre rare in Ucraina, in Sardegna la storica miniera di Silius, a 50 chilometri da Cagliari, sta per riaprire, proprio perché sarebbe ricca del nuovo oro. Grazie all’iniziativa del geologo bresciano Umberto Gioia, il sito, ricco di fluorite, tornerà operativo dopo decenni di inattività, segnando così una nuova fase per l’industria mineraria in Italia. La notizia è stata diffusa dal Corriere della Sera. È nata così la Mineraria Gerrei, una società creata dalla collaborazione tra la Sma Srl e la Edilmac Srl, con il sostegno finanziario di Aruba, leader italiano nel settore dei servizi cloud. La notizia è positiva anche in ottica di posti di lavoro, ne saranno infatti creati circa 100 nel sito estrattivo. Ma cosa contiene questa miniera?
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Nella miniera di Silius si stima vi siano oltre 3 milioni di tonnellate di fluorite, un minerale fondamentale per la transizione ecologica, utilizzato come elettrolita nelle batterie agli ioni di litio. Praticamente presente e futuro. Come spiega Il Messaggero, l’obiettivo è iniziare l’estrazione entro la fine del 2025, con una produzione annua prevista di almeno 70.000 tonnellate di fluorite e 6.800 tonnellate di galena. Insomma, questa iniziativa potrebbe rappresentare la svolta italiana per i minerali strategici per l’industria tecnologica e la transizione energetica. Umberto Gioia ha dichiarato: “Le materie prime critiche sono essenziali per il settore industriale europeo e il nuovo decreto mira a garantire un approvvigionamento sicuro. Oltre alla semplificazione delle procedure, è cruciale creare un dialogo trasparente con il territorio per evitare contrapposizioni e favorire una corretta informazione”.

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici che si trovano nella tavola periodica. Questi metalli sono noti per le loro proprietà uniche e per il fatto che, pur essendo relativamente abbondanti nella crosta terrestre, sono difficili da estrarre e lavorare in modo economico. Il termine “terre rare” non indica necessariamente che siano estremamente rare, ma piuttosto che sono difficili da trovare in concentrazioni sufficienti per essere estratti in modo conveniente. Le terre rare sono costituite da 15 elementi della serie dei lantanoidi (che vanno dal lanthanio al lutetio) più il scandio e il itrio, che hanno proprietà chimiche simili. Questi elementi sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni tecnologiche, tra cui la produzione di magneti permanenti, gli schermi e i display, le batterie e i catalizzatori. Alcuni elementi delle terre rare sono essenziali per la produzione di pannelli solari e turbine eoliche, contribuendo così alle tecnologie per la produzione di energia pulita. QUI un servizio sulla miniera di Silius.