
Le elezioni tedesche hanno aperto un nuovo fronte di divisione nella maggioranza italiana. L’avanzata dell’ultradestra di Alice Weidel in Germania ha visto posizioni opposte tra i due vicepremier: Antonio Tajani ha escluso qualsiasi apertura ad Alternative für Deutschland, mentre Matteo Salvini ha esultato per il successo del partito.
Tajani, segretario di FI e vicepresidente del Partito Popolare Europeo, ha ribadito che AfD ha una visione “completamente diversa dalla nostra” e ha sottolineato come il partito tedesco non sia un alleato naturale dell’Italia. “Dicono che l’Italia deve uscire dall’euro, hanno posizioni inconciliabili con le mie”, ha dichiarato.
Di tutt’altro avviso Salvini, che ha celebrato il risultato elettorale di Weidel con un post entusiasta: “Il cambiamento vince anche in Germania! AfD raddoppia i voti, nonostante attacchi e menzogne della sinistra. Stop a immigrazione clandestina e fanatismo islamico, basta con le eco-follie, priorità a pace e lavoro, Europa da cambiare radicalmente. Brava Alice Weidel, avanti così!”.
La strategia attendista di Meloni
Diversamente dai suoi vice, Giorgia Meloni ha scelto il silenzio, evitando qualsiasi dichiarazione ufficiale sulle elezioni tedesche. La Premier non ha nemmeno speso le consuete parole di rito per il vincitore, a differenza di altri leader mondiali, come Donald Trump, Viktor Orbán, Pedro Sánchez e Keir Starmer.

Meloni ha lasciato che esponenti di peso di Fratelli d’Italia si esponessero al posto suo. Il viceministro Edmondo Cirielli ha parlato apertamente della possibilità che AfD entri nel governo tedesco, mentre Nicola Procaccini, europarlamentare di FdI e co-presidente del gruppo dei Conservatori, ha ammesso che “il patto più coeso sarebbe tra Weidel e Merz, ma è difficile.”
Procaccini ha anche cercato di marcare le differenze tra Fratelli d’Italia e AfD: “Noi abbiamo molti punti di lontananza, ma sui due temi più sentiti in Germania oggi – revisione del Green Deal e immigrazione – i due partiti hanno molto in comune”.
La soddisfazione di La Russa e l’ombra di Musk e Trump
Più cauto il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha commentato in riferimento alla sconfitta di Scholz: “La sconfitta dei socialdemocratici è nel trend europeo. Non è giusto dare giudizi troppo approfonditi, ma questa volta sono abbastanza contento del volere popolare”.
Sul fronte delle opposizioni, la segretaria del Pd Elly Schlein ha invece sottolineato come il voto tedesco rappresenti una richiesta di cambiamento, ma anche un segnale di mobilitazione contro le destre. “Le destre sono forti, anche con la spinta di Musk e Trump, ma non sono imbattibili. Non le batteremo rincorrendole sul loro terreno, ma trascinandole su quello economico e sociale, dove dimostrano di non ottenere risultati.”
Nel frattempo, resta da capire quale sarà la collocazione europea di AfD. Attualmente il partito fa parte del gruppo Europa delle Nazioni Sovrane, ma potrebbe confluire nei Patrioti di Salvini, Orbán e Marine Le Pen. Un’eventuale adesione, però, richiederebbe l’unanimità del gruppo, che non è scontata.