Il prossimo 14 aprile si aprirà il processo presso la Corte d’Assise di Milano nei confronti di Daniele Rezza, il quale ha ammesso la propria responsabilità nell’omicidio di Manuel Mastrapasqua. La vittima, 31 anni, è stata colpita mortalmente al petto con un coltello nella notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso a Rozzano. Secondo le ricostruzioni, il 20enne avrebbe aggredito Mastrapasqua con l’intento di sottrargli un paio di cuffie wireless di scarso valore, mentre la vittima stava facendo ritorno a casa dopo un turno in un supermercato.
La giudice per le indagini preliminari di Milano, Nora Lisa Passoni, ha accolto la richiesta della pm Letizia Mocciaro di procedere con il giudizio immediato, bypassando così l’udienza preliminare. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo.
Attualmente Rezza si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato, inclusa l’aggravante dei futili motivi, oltre alla rapina. Date le accuse a suo carico, potrebbe essere condannato all’ergastolo. “Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto, nel senso soldi, cellulare, cose che potevo rivendere”, ha dichiarato il giovane nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice Domenico Santoro.
Secondo quanto emerso, il padre del ragazzo avrebbe avuto un ruolo successivo nell’occultamento della refurtiva. “Gli ho detto di buttarle”, avrebbe affermato Rezza riferendosi alle cuffie, poi gettate in un cassonetto. Successivamente, il giovane è stato accompagnato alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele, da cui ha raggiunto Pavia in treno e successivamente Alessandria in autobus, dove si è infine costituito.
