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Trump vuole staccare la Russia dalla Cina, Xi non ci sta: la guerra diplomatica è appena iniziata

Pubblicato: 25/02/2025 11:25

Cina e Russia, un legame che Trump vuole spezzare

Donald Trump ha un obiettivo chiaro: separare la Russia dalla Cina per spezzare l’asse tra Mosca e Pechino che minaccia il predominio geopolitico e l’economia americana. Ma il presidente cinese Xi Jinping non ha alcuna intenzione di lasciare che ciò accada.

Nel terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, Xi ha telefonato a Vladimir Putin per ribadire che “Cina e Russia non possono essere allontanate“, un messaggio diretto sia a Washington che al Cremlino. Si intensifica così una “guerra diplomatica” che deciderà le sorti del mondo nel prossimo futuro, sia militarmente, sia economicamente.

Il lento “suicidio” dell’Europa

In tutto questo, l’Europa si smarrisce: tagliata fuori dalle grandi trattative, indebolita da anni di politiche miopi e autolesioniste che hanno sacrificato un modello economico e industriale funzionante per sostituirlo con un ibrido che ora mostra la corda. Vittima di politiche insensate, come quelle del green deal, che hanno affossato interi comparti industriali, il Vecchio Continente è alla finestra, e i tentativi di “alzare la voce” sull’Ucraina sembrano più un disperato tentativo di non essere messi all’angolo che un’ipotesi concreta.

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Intanto, la dichiarazione del leader cinese suona come un monito per Trump, che con la sua nuova strategia diplomatica punta a coinvolgere Mosca in una soluzione negoziata sulla guerra in Ucraina. Pechino, invece, si muove per blindare il proprio rapporto con la Russia, temendo che un disgelo tra Putin e Washington possa ridimensionare il suo ruolo di alleato strategico.

Il messaggio di Pechino: “Siamo noi i veri amici”

Xi Jinping non ha lasciato spazio a dubbi: “Cina e Russia sono destinate a essere buoni vicini che non possono essere allontanati, e i nostri due Paesi sono veri amici che condividono gioie e dolori, si sostengono a vicenda e perseguono uno sviluppo comune“. Un messaggio che non è solo retorica diplomatica, ma un chiaro avvertimento per chiunque cerchi di dividere l’asse sino-russo.

Dall’altra parte, il Cremlino ha immediatamente rilanciato, sottolineando che “il legame tra la politica estera russa e cinese è il fattore di stabilizzazione più importante negli affari mondiali“, aggiungendo che questa relazione “non è soggetta a influenze esterne“.

La telefonata tra i due leader arriva in un momento delicato, con il tentativo americano di negoziare una soluzione per la guerra in Ucraina che possa portare Putin a una nuova apertura verso Washington. Mosca, dal canto suo, ha informato Xi degli “ultimi contatti russo-americani”, segno che la partita diplomatica è apertissima.

Il grande timore di Pechino

Pechino ha ribadito la sua posizione ufficiale sulla crisi ucraina: “La Cina accoglie con favore gli sforzi positivi compiuti dalla Russia e dalle parti interessate per risolvere la crisi”. Ma, dietro le dichiarazioni di facciata, la vera preoccupazione di Xi è che un accordo tra Russia e Stati Uniti possa isolare Pechino. Un riavvicinamento tra Mosca e Washington potrebbe infatti permettere agli Stati Uniti di concentrarsi di nuovo sul contenimento della Cina, intensificando le restrizioni commerciali e rafforzando l’asse anti-Pechino nell’Indo-Pacifico.

Un nuovo “momento Kissinger”?

La strategia di Trump ricorda il capolavoro diplomatico di Richard Nixon e Henry Kissinger negli anni ‘70, quando Washington riuscì a dividere il blocco comunista avvicinando la Cina agli Stati Uniti per isolare l’Unione Sovietica. Ora lo scenario si potrebbe ripetere al contrario, con un tentativo americano di portare la Russia lontano dall’influenza cinese.

Molti analisti restano però scettici: i legami tra Mosca e Pechino, sebbene non “senza limiti”, sono più solidi rispetto al passato. L’allineamento anti-occidentale, gli accordi economici, la cooperazione nei Brics e nella Shanghai Cooperation Organization rendono improbabile un rapido strappo tra i due giganti. E si può star certi che Mosca alzerà il prezzo con Washington, anche solo per tornare “neutrale”.

Va anche detto, però, che russi e cinesi storicamente sono sempre stati molto lontani, e che Mosca si sente certamente più europea che “cinese”, da un punto di vista culturale. Per questo Putin potrebbe convenire con Trump che la Cina va contenuta, se lo valuterà conveniente per i propri interessi. La guerra diplomatica è appena iniziata.

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