
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la posizione dell’Italia sulla crisi ucraina, sottolineando l’importanza di una pace duratura che preveda garanzie di sicurezza da parte della Nato. Dopo un bilaterale con il primo ministro svedese Ulf Kristersson, seguito alla call del Consiglio europeo, la premier ha confermato che Roma insisterà per il coinvolgimento degli Stati Uniti nel post-conflitto in Ucraina.
Il ruolo della Nato e degli Stati Uniti
Nel suo intervento, Meloni ha dichiarato che le garanzie di sicurezza per Kiev devono essere garantite nel contesto dell’Alleanza Atlantica, con il pieno coinvolgimento dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. “Questa è la cornice migliore per garantire una pace che non sia né fragile né temporanea, e che scongiuri il rischio che l’Europa possa ripiombare nel dramma della guerra”, ha affermato la premier, allineandosi alle recenti dichiarazioni della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
No al contingente solo europeo
Pur senza menzionarlo esplicitamente, Meloni ha escluso la partecipazione italiana a un eventuale piano promosso dal presidente francese Emmanuel Macron, che prevedrebbe un contingente europeo schierato al confine russo-ucraino al termine del conflitto. “Altre soluzioni, come ho già detto, mi sembrano più complesse e francamente meno efficaci“, ha sottolineato la premier.
Roma, in ogni caso, non si sfilerà da un eventuale coinvolgimento in una missione dell’Onu, sebbene la leader italiana non abbia fornito dettagli in merito.

Aumento delle spese per la difesa
Meloni ha confermato l’impegno europeo per l’incremento delle spese militari, rispondendo indirettamente alle richieste di Donald Trump. Gran Bretagna e Germania hanno già presentato piani operativi, mentre l’Italia attende sviluppi sulle proposte della Commissione europea, in particolare sulle aperture di von der Leyen riguardo allo scorporo delle spese militari dal Patto di stabilità.
“Dobbiamo spendere di più e riuscire a incrementare gli investimenti”, ha affermato Meloni, sottolineando che “la Nato rimane, ancora di più dopo l’ingresso della Svezia e della Finlandia, la pietra angolare della nostra sicurezza”.
L’asse con i Paesi del Nord
L’incontro con Kristersson ha rappresentato anche un’opportunità per rafforzare i rapporti con i Paesi nordici, tradizionalmente rigidi sulle questioni di bilancio. Oltre alla sicurezza e alle infrastrutture critiche sottomarine, i due leader hanno discusso di spazio, investimenti commerciali e migranti.
Meloni ha ringraziato il premier svedese per il supporto alla posizione italiana sulla questione dei Paesi sicuri dinanzi alla Corte di Giustizia Europea, un nodo centrale per sbloccare lo stallo sui centri di accoglienza in Albania, attualmente vuoti. Kristersson ha espresso il suo sostegno alle idee italiane sulla gestione dei flussi migratori, impegnandosi ad agire “fermamente perché l’Europa faccia di più in questo campo”.
Riconoscimento per il ruolo dell’Italia
Al termine dell’incontro, il premier svedese ha elogiato il contributo italiano nel dibattito internazionale: “Apprezzo veramente che l’Italia e personalmente Giorgia abbia un ruolo molto importante nel dibattito per mantenere il collegamento transatlantico in questi tempi di grande difficoltà”. Un riconoscimento che rafforza la posizione del governo italiano nei futuri equilibri europei e atlantici.