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Montepiano, uccide la madre a coltellate e poi confessa: “Era cattiva, ho fatto la cosa giusta”

Pubblicato: 26/02/2025 07:45

Ha ucciso la madre con un coltello e poi si è rinchiuso in casa con lei per undici ore. Quando si è accertato che fosse morta, dopo una lunga sofferenza, ha dato fuoco all’abitazione e ha avvertito i vicini. Questa tragica vicenda familiare si è svolta tra lunedì mattina e l’alba di martedì in una villa a Montepiano, una frazione di Vernio, nel cuore dell’Appennino.

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Davide Morganti, 22 anni e sordomuto, ha inferto il primo colpo al collo della madre, Anna Viliani, di 60 anni, mentre lei si era appoggiata al tavolo, forse per riposare. Successivamente, ha continuato a colpirla in diverse parti del corpo, infliggendole decine di ferite.

Solo nella mattinata di martedì, intorno alle 3, quando la madre era già priva di vita, ha preparato una valigia, ha appiccato il fuoco in più punti della casa ed è andato a bussare dai vicini. Con gesti confusi, mentre le fiamme avvolgevano l’abitazione, ha comunicato che la madre si trovava ancora all’interno.

In questo modo, è scattato l’allerta per i vigili del fuoco e i carabinieri. Una volta giunti, gli investigatori hanno trovato la donna senza vita in una pozza di sangue. Sul posto sono arrivati il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli e la pm di turno Laura Canovai. All’inizio il giovane si è chiuso nel silenzio, poi ha detto che voleva parlare con un giudice e davanti ai due magistrati, nella caserma dei carabinieri di Vernio, con una lucidità impressionante e con l’aiuto di un interprete del linguaggio dei segni, ha confessato tutto: «Sono stato io a uccidere mia mamma. Avrei dovuto uccidere anche mio padre, mio fratello, mio zio e mio nonno. Sono stati sempre cattivi con me. Fin da quando ero piccolo mio padre mi picchiava in testa e i miei familiari mi deridevano. Io mi posso liberare delle violenze del passato solo se loro muoiono».

Il giovane, difeso dall’avvocato Roberta Roviello, si trova ora in stato di arresto all’interno di una struttura. Il giovane ha poi raccontato di aver dato fuoco alla casa perché non voleva più vivere lì. Con quel gesto voleva cancellare tutta la sua vita passata. Né una lacrima, né segni di pentimento, solo una determinazione impressionante: «Ho fatto la cosa giusta».

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il giovane aveva problemi fin da piccolo ma a quanto pare non aveva alcuna patologia psichiatrica accertata. Pare che fosse molto schivo e solitario, qualche volta scappava di casa o si nascondeva nel giardino dei vicini.

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Ultimo Aggiornamento: 26/02/2025 07:46

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