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Stellantis in crisi: crollano i profitti, Elkann si aggrappa a Trump mentre l’Europa insiste con le politiche green

Pubblicato: 27/02/2025 12:31

Il 2024 sarà ricordato come un anno nero per Stellantis, il colosso dell’automotive che ha visto precipitare i propri profitti del 70%. Le vendite sono calate del 12%, i ricavi si sono ridotti del 17% a 156,9 miliardi, e il flusso di cassa è stato negativo per ben 6 miliardi di euro. A pagarne le conseguenze sono anche gli azionisti, con il dividendo più che dimezzato: dai precedenti 1,55 euro per azione si è scesi a un misero 0,68 euro.

Elkann: “Un anno deludente, ma ripartiremo”

John Elkann, presidente di Stellantis, ha ammesso senza mezzi termini che il 2024 è stato un anno al di sotto delle aspettative: “Non è stato un esercizio di cui siamo orgogliosi“, ha dichiarato durante la conference call di bilancio, aggiungendo che l’azienda si concentrerà sulla crescita e sul recupero della redditività nel 2025. Tra le strategie annunciate, il lancio di nuovi modelli come la Grande Panda e il rafforzamento delle partnership con sindacati e governi.

Ma il vero asso nella manica di Elkann sembra essere la politica americana. Il manager ha citato Donald Trump e le politiche economiche aggressive che la sua amministrazione ha già messo in campo a favore dell’industria manifatturiera.

“Abbiamo sostenuto con forza la politica del presidente Trump, che punta a promuovere la produzione negli Stati Uniti. Nelle prime 100 ore della nuova amministrazione abbiamo annunciato ingenti investimenti negli Usa”, ha dichiarato.

I dazi di Trump e le follie dell’Europa

Due i principali ostacoli che Stellantis deve affrontare: i dazi voluti proprio da Trump, che potrebbero avere effetti molto pesanti su tutta l’economia europea, e le norme europee sulle emissioni, sempre più stringenti e pericolose per l’intero settore.

“Stiamo valutando diversi scenari, ma è ancora presto per dire quali saranno gli impatti”, ha detto Elkann a proposito delle politiche protezionistiche di Washington. “Noi comunque siamo pronti“, ha aggiunto.

Sul fronte europeo, invece, la situazione è ancora più allarmante. Le norme sulle emissioni, imposte da Bruxelles, stanno soffocando il settore automobilistico, minando la competitività delle aziende del Vecchio Continente rispetto a quelle americane e cinesi.

“Le regole europee sono dure e contraddittorie“, ha affermato Elkann, spiegando che Stellantis sta cercando un dialogo con la Commissione per comprendere le prospettive future, specialmente in vista dello stop ai motori endotermici previsto per il 2035.

A rincarare la dose ci ha pensato il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini, che ha definito i risultati di Stellantis come drammatici. “Non serviva uno scienziato per capire che il suicidio imposto da Bruxelles con l’auto elettrica avrebbe causato morti e feriti tra operai e ingegneri, ma non tra i politici”, ha attaccato il leader della Lega.

Von der Leyen insiste: avanti con la distruzione dell’industria europea

Nonostante il tracollo del settore e i segnali sempre più evidenti di una crisi irreversibile, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen continua a spingere sull’acceleratore delle politiche green. Un atteggiamento miope, che rischia di condannare l’Europa a un declino industriale senza precedenti, mentre Stati Uniti e Cina rafforzano la loro supremazia nel settore automotive.

von der leyen

Le scelte di Bruxelles stanno mettendo in ginocchio il comparto automobilistico europeo, mentre oltreoceano Trump si prepara a rilanciare l’industria americana con forti investimenti e misure protezionistiche. Stellantis, come molte altre aziende, rischia di essere costretta a spostare sempre più le sue produzioni fuori dall’Europa per sopravvivere.

Stellantis: il futuro tra rilancio e incertezze

Guardando al 2025, Elkann ha annunciato il lancio di 10 nuovi modelli e lo sviluppo di nuove piattaforme multi-energy, cercando di conciliare elettrico e motori tradizionali. Fondamentale sarà anche la produzione di batterie per veicoli elettrici e la collaborazione con la cinese Leapmotor. Inoltre, il gruppo dovrà scegliere il nuovo Ceo, dopo l’uscita di scena di Carlos Tavares.

Ma il vero nodo resta la sostenibilità del business nell’attuale contesto normativo europeo. Se Bruxelles continuerà su questa strada, il rischio è che Stellantis e altre aziende del settore finiscano per ridimensionarsi drasticamente o delocalizzare sempre più produzioni, segnando l’ennesimo colpo all’economia europea. E mentre Trump rilancia il manifatturiero americano, l’Europa sembra condannata a un declino annunciato.

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