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Bosnia, trovati 31 bambini rinchiusi: “Condizioni disumane, tra loro anche neonati”. È giallo

Pubblicato: 28/02/2025 22:15

In Bosnia-Erzegovina proseguono le indagini sul caso dei 31 bambini trovati in condizioni disumane all’interno di una casa nel distretto autonomo di Brčko. La loro identità e l’origine dei genitori restano un mistero, mentre si sospetta un caso di tratta di esseri umani.

Secondo quanto riferito dal procuratore capo, i bambini, di età compresa tra i sei mesi e i dodici anni, non sapevano dove si trovassero né chi fossero le persone con cui vivevano. Le condizioni igieniche erano pessime, e ad alcuni di loro sono state diagnosticate infezioni parassitarie.

L’operazione e le prime ipotesi

«Martedì scorso in una casa a Brčko sono stati trovati 31 bambini e tutto indica che sono vittime della tratta di esseri umani. Finora sono state arrestate otto persone, tra cui Zahida Đogo, la proprietaria della casa», ha dichiarato la polizia locale.

Attualmente, i bambini sono stati trasferiti in un albergo della zona e affidati alla Croce Rossa e al Centro per il lavoro sociale. Le autorità stanno cercando di stabilire la loro identità.

Documenti sospetti e cure mediche

Dalle informazioni ufficiali, sei bambini risultano in possesso di passaporto croato, ma resta da verificare l’autenticità dei documenti. La Procura ha confermato che sono in corso perizie per determinarne la validità.

«I bambini non sono stati identificati e non abbiamo informazioni affidabili su chi siano e chi siano i loro genitori», ha spiegato il procuratore capo Radmilo Ivanović. «Le visite mediche hanno accertato che vivevano in condizioni igieniche inaccettabili e che alcuni di loro erano infestati da parassiti. Inoltre, un certo numero di bambini è stato sottoposto a visita ginecologica».

Gli arresti e le indagini in corso

Tra le otto persone fermate ci sono Zahida Đogo, suo figlio e una donna della zona di Banja Luka. Per tre di loro è stata disposta la detenzione di un mese, mentre gli altri cinque verranno ascoltati nei prossimi giorni.

«Si tratta di persone che si dichiarano genitori o parenti dei bambini, ma non abbiamo prove certe che confermino tali legami», ha sottolineato il procuratore Ivanović.

L’indagine è considerata particolarmente complessa e ha ramificazioni internazionali, motivo per cui è stato coinvolto anche Europol.

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Ultimo Aggiornamento: 28/02/2025 22:18

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