
Dopo alcuni giorni di miglioramento, oggi le condizioni del Papa hanno subito un peggioramento improvviso. Il bollettino medico riferisce che il Pontefice ha avuto un episodio di broncospasmo ed è stato sottoposto a broncoaspirazione. Successivamente, “ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi”.
Il broncospasmo è una contrazione anomala della muscolatura liscia dei bronchi, che riduce il passaggio d’aria nei polmoni e provoca difficoltà respiratorie. Tra i sintomi più comuni vi sono respiro sibilante, tosse secca o grassa, dispnea e senso di costrizione toracica. Può essere causato da diverse condizioni infiammatorie, tra cui asma, bronchite e polmonite. In alcuni casi, il problema può essere risolto rapidamente con broncodilatatori, mentre in altri, come quello del Pontefice, si rende necessaria la broncoaspirazione per rimuovere eventuali secrezioni o materiale inalato accidentalmente.
Quando la saturazione di ossigeno nel sangue scende drasticamente, come accaduto oggi al Papa, l’ossigenoterapia tradizionale tramite cannule nasali può non essere sufficiente. I medici hanno quindi optato per una ventilazione meccanica non invasiva a pressione positiva, che supporta il paziente nelle diverse fasi della respirazione. Questa tecnica può essere applicata attraverso maschere nasali, facciali o dispositivi a scafandro, in base alle necessità cliniche.
L’uso corretto di questa terapia può evitare l’intubazione oro-tracheale e la tracheostomia. Esistono due principali modalità di ventilazione: pressione continua positiva delle vie aeree (CPAP), che mantiene una pressione costante per facilitare la respirazione, e pressione positiva a due livelli (BiPAP), che regola separatamente la pressione inspiratoria ed espiratoria, adattandosi al respiro del paziente.