
L’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky ha tolto ogni dubbio sulla vera natura della politica estera dell’ex presidente americano: un mix di cinismo, affari privati e totale disprezzo per l’ordine internazionale. Mentre l’Ucraina lotta per la sua sopravvivenza contro l’aggressione russa, Trump ha scelto di umiliare il leader ucraino con parole che suonano come una resa imposta: “Smettetela di giocare con la Terza Guerra Mondiale”.
Dietro questo attacco si cela la sua strategia: presentare l’Ucraina come un peso, un problema che distoglie l’America dal suo vero obiettivo, ovvero il ritorno a un isolazionismo opportunista che abbandona gli alleati al loro destino. Trump non ha usato parole dure per Vladimir Putin. Non una critica, non un’accusa, non un riconoscimento del fatto che è Mosca ad aver scatenato questa guerra. Al contrario, ha preferito mettere Zelensky sotto pressione, chiedendogli “gratitudine”, quasi fosse un cliente in debito con il padrone.
Trump – Zelensky: il contenuto dell’accordo che scotta
Ma il punto più grave è il contenuto dell’accordo che alla fine nemmeno è stato firmato. Gli Stati Uniti otterrebbero diritti esclusivi per l’estrazione di minerali rari in Ucraina, in cambio di aiuti per la ricostruzione. Un baratto indecente, un’operazione di neocolonialismo economico in cui il sostegno americano non è più basato su principi democratici o sulla difesa della libertà, ma su un cinico sfruttamento delle risorse. Zelensky è stato costretto a trattare da una posizione di debolezza, mentre Trump ha imposto le sue condizioni senza offrire alcuna garanzia reale di sicurezza.
L’Europa, intanto, assiste a questo scempio con crescente inquietudine. Emmanuel Macron ha cercato di mediare per salvare almeno le apparenze, ma il messaggio è chiaro: gli Stati Uniti di Trump non vogliono più essere il pilastro della sicurezza europea. L’Ucraina, lasciata sola, rischia di diventare un’altra vittima di questo cinismo geopolitico.
Trump ha gettato la maschera. Dietro le sue dichiarazioni di forza si nasconde un leader pronto a svendere l’Ucraina in cambio di accordi commerciali e giochi di potere. Un uomo che non difende più l’Occidente, ma lo sacrifica sull’altare dei suoi interessi personali.