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L’Unione Europea risponde ai dazi di Trump: il rischio di una recessione globale

Pubblicato: 28/02/2025 13:43

L’Unione Europea si prepara a una risposta “ferma e proporzionata” ai dazi imposti dagli Stati Uniti. Il commissario europeo agli Affari economici, Valdis Dombrovskis, ha definito “ingiustificati” i dazi annunciati dal presidente Donald Trump, sottolineando che potrebbero portare a una recessione globale con una contrazione del PIL mondiale fino al 7%.

Le conseguenze economiche

Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, l’impatto dei nuovi dazi americani potrebbe equivalere alla perdita del Pil combinato di Germania e Francia. “Ci dispiace per le dichiarazioni di Trump e siamo preoccupati per gli effetti sulla crescita economica sia in Europa sia negli Stati Uniti. Rischiamo una frammentazione economica globale“, ha dichiarato Dombrovskis in un’intervista a Repubblica.

Di fronte a questo scenario, Bruxelles è pronta a reagire con misure di ritorsione. “Continueremo a impegnarci con gli Stati Uniti con un approccio positivo, ma difenderemo le nostre aziende, i nostri lavoratori e i consumatori con contromisure adeguate”, ha precisato il commissario europeo.

Il cambiamento di paradigma nei rapporti con gli USA

Oltre alla questione commerciale, la politica americana sotto la nuova amministrazione Trump sta assumendo un atteggiamento diverso nei confronti della Russia e del conflitto in Ucraina. “Non possiamo più contare sull’aiuto degli Stati Uniti come in passato. L’Europa dovrà fare da sola e aumentare la spesa per la difesa”, ha sottolineato il Commissario Europeo.

La questione della sicurezza europea sta diventando sempre più centrale. “Non possiamo più dare per scontato l’impegno americano, dobbiamo rafforzare le nostre capacità di difesa“. Il commissario ha evidenziato la necessità di maggiori investimenti militari, sottolineando che alcuni Paesi come Polonia, Finlandia e Stati baltici già spendono oltre il 2% del PIL per la difesa, mentre altri dovranno adeguarsi.

Le opzioni per il finanziamento della difesa

L’Ue sta valutando diverse soluzioni per aumentare la spesa militare senza compromettere la stabilità economica. “Ci sarà maggiore flessibilità fiscale, con l’attivazione di clausole nazionali per più anni. Valuteremo caso per caso, tenendo conto della situazione specifica di deficit e debito di ogni Paese“.

Una delle possibilità sul tavolo è l’utilizzo dei 93 miliardi di euro di prestiti non reclamati del Recovery Fund. Inoltre, per la prima volta, Dombrovskis non ha escluso esplicitamente l’ipotesi di un nuovo debito comune europeo per finanziare la difesa, lasciando aperto il dibattito su strumenti di spesa comunitari e nazionali.

Impatto sui mercati e sulla politica economica

Gli effetti dei dazi americani e delle nuove politiche di difesa potrebbero avere conseguenze significative sui mercati. “Un rallentamento economico ci sarà, così come un impatto sulla fiducia di investitori e consumatori“, ha avvertito Dombrovskis. Che però ha escluso una crisi paragonabile al periodo del Covid, affermando che l’economia europea, pur crescendo lentamente, non è in recessione.

Sul fronte monetario, il commissario ha evitato di commentare le possibili mosse della Banca Centrale Europea, limitandosi a sottolineare che “le decisioni della BCE saranno guidate dagli sviluppi sui prezzi e dall’andamento dell’inflazione“.

La questione dei beni russi congelati

Un altro nodo cruciale riguarda i beni russi congelati nei Paesi occidentali. “L’importante è che la Russia paghi i danni provocati in Ucraina. Per ora i beni restano immobilizzati, ma stiamo discutendo se e come utilizzarli per la ricostruzione“, ha concluso Dombrovskis.

In un contesto geopolitico sempre più instabile, l’Europa si trova di fronte alla necessità di ridefinire le proprie strategie economiche e di difesa. La risposta ai dazi di Trump e il rafforzamento dell’autonomia europea saranno i temi chiave dei prossimi mesi.

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