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Trapani, attende referto istologico da 4 mesi: ex infermiere muore d’infarto prima di conoscere i risultati

Pubblicato: 28/02/2025 16:51

Paolo Robino, 74 anni, ex infermiere di Salemi, in provincia di Trapani, ha perso la vita senza conoscere l’esito del suo esame istologico. L’uomo aveva subito un’operazione per l’asportazione di un tumore il 24 settembre 2024 presso l’ospedale di Marsala, ma i risultati sono arrivati solo dieci giorni dopo la sua morte, avvenuta per infarto il 13 gennaio 2025.
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Emergenza arretrati nei laboratori

Il caso di Paolo Robino mette in evidenza una situazione critica nei laboratori di Anatomia patologica dell’Asp di Trapani. Attualmente, negli ospedali del capoluogo e in quello di Castelvetrano, si registrano quasi tremila esami istologici arretrati. I ritardi mettono a rischio i pazienti, costretti ad aspettare diagnosi fondamentali per la loro salute.

Un problema già noto

Il caso Robino non è isolato. Maria Cristina Gallo, insegnante di Mazara del Vallo, ha dovuto aspettare otto mesi per ricevere il suo esame istologico. La diagnosi di tumore al quarto stadio è arrivata solo il 12 agosto 2024, dopo l’intervento di un legale. “Non voglio giustizia, ma voglio contribuire a migliorare il sistema sanitario per il futuro”, ha dichiarato la donna.

Intervento del Ministero della Salute

L’Asp di Trapani è finita sotto esame. Il deputato Giorgio Mulè ha presentato un’interrogazione parlamentare, e il Ministero della Salute ha richiesto chiarimenti sulla gestione dei tempi di risposta degli esami istologici.

Il direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce, ha garantito che gli arretrati del 2024 verranno smaltiti entro marzo 2025. “Chi ha commesso errori dovrà risponderne”, ha dichiarato Croce, promettendo una risoluzione immediata della crisi.

Una sanità in difficoltà

La sanità pubblica in Sicilia affronta gravi ritardi e carenze strutturali. Il caso di Paolo Robino rappresenta un monito sulla necessità di procedure più rapide e trasparenti per garantire ai pazienti diagnosi tempestive e cure adeguate. La battaglia contro questi disservizi continua, con la speranza che nessun altro debba perdere la vita aspettando una risposta che arriva troppo tardi.

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