
LONDRA – Il primo ministro britannico Keir Starmer e i leader europei stanno tentando di salvare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la pesante umiliazione subita alla Casa Bianca per mano di Donald Trump e del suo vice J.D. Vance. L’incontro odierno a Londra con Regno Unito, 13 Paesi europei, Canada e Turchia assume un’importanza cruciale, mentre l’Occidente cerca di evitare che l’onda d’urto di quella che è stata definita una vera e propria “imboscata politica” travolga la leadership ucraina.
L’arrivo a Londra e la visita a sorpresa a re Carlo III
Zelensky è atterrato ieri mattina nella capitale britannica e, in un cambio di programma dell’ultimo minuto, ha incontrato nel pomeriggio Starmer a Downing Street. Questa mattina, invece, il leader ucraino si è recato nella tenuta reale di Sandringham per un colloquio riservato con re Carlo III. Se ufficialmente la visita è stata richiesta da Zelensky, appare chiaro che Londra ha messo in campo il soft power della Royal Family per rafforzare l’immagine del presidente ucraino, fortemente indebolita dagli eventi di Washington.
L’attacco di Trump e le manovre diplomatiche di Londra
Due sere fa, nell’incontro con Trump, Zelensky è stato duramente delegittimato di fronte alle telecamere mondiali. Il tycoon ha ridimensionato il suo ruolo e il peso geopolitico, mentre Vance ha lasciato intendere che l’amministrazione repubblicana potrebbe ridurre gli aiuti a Kiev. Starmer è corso ai ripari, telefonando sia a Zelensky che a Trump per cercare di ricucire lo strappo. Il Regno Unito ha poi spinto Kiev a lanciare un segnale distensivo: ieri Zelensky ha pubblicato un messaggio conciliante sui social, lodando il sostegno americano. Anche il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha sottolineato l’importanza di “riparare i rapporti con Trump”, un concetto ribadito anche da Emmanuel Macron.
Il sostegno di Londra e il rischio di un cambio al vertice in Ucraina
Quando Zelensky è arrivato a Downing Street, centinaia di persone lo hanno acclamato. Starmer lo ha accolto con un abbraccio: “Il popolo britannico è con voi, Volodymyr. Avete tutto il nostro sostegno, fino alla fine”. Ma basterà questo per blindare la sua posizione? Il destino di Zelensky rimane in bilico. Il suo ambasciatore a Londra, nonché ex capo delle forze armate, Valerii Zaluzhny, potrebbe prendere il suo posto in caso di un ulteriore indebolimento della sua leadership. Londra potrebbe essere il preludio di un cambio della guardia ai vertici di Kiev.
La strategia britannica: deterrente europeo e mediazione con Trump
Senza una chiara posizione di supporto da parte degli Stati Uniti, Starmer spingerà oggi per un rafforzamento delle forze europee in Ucraina, chiedendo ai partner del summit di valutare l’invio di soldati di peacekeeping e la costruzione di un deterrente europeo autonomo. L’obiettivo è garantire la sicurezza dell’Ucraina indipendentemente dalle incertezze della politica americana.
In questo scenario sarà fondamentale anche l’incontro bilaterale con Giorgia Meloni, previsto per questa mattina. Ufficialmente si parlerà di sicurezza e immigrazione, ma Londra vede in Roma un ponte con Washington: il governo italiano, grazie ai suoi ottimi rapporti con l’amministrazione Trump, potrebbe giocare un ruolo chiave per attenuare le tensioni tra Kiev e la nuova Casa Bianca.
Il summit di oggi segnerà una svolta per Zelensky: o riuscirà a consolidare il sostegno occidentale, o la sua posizione alla guida dell’Ucraina diventerà sempre più precaria. Tutto potrebbe decidersi con un solo tweet di Trump.