
Un uomo di 40 anni, residente a Ludwigshafen e di professione giardiniere paesaggista, è il principale sospettato dell’attacco avvenuto oggi a Mannheim, in Germania, dove ha investito volontariamente diversi pedoni, causando la morte di due persone e il ferimento di una decina, alcune delle quali in gravi condizioni. Le autorità hanno confermato che l’individuo ha precedenti penali per lesioni e altri reati minori, oltre a soffrire di problemi di salute mentale. La polizia, dopo aver perquisito la sua abitazione a Ludwigshafen am Rhein, ha escluso al momento una matrice politica del gesto.
Secondo le forze dell’ordine, l’uomo ha agito intenzionalmente, lanciandosi sulla folla con la sua piccola utilitaria. Tuttavia, i motivi dietro l’attacco rimangono poco chiari, anche perché il sospettato è attualmente ricoverato in gravi condizioni, rendendo impossibile il suo interrogatorio.
L’attacco e la cattura
“È apparso subito chiaro che l’incidente di Mannheim era un’operazione mirata in cui diverse persone sono state colpite deliberatamente” ha dichiarato il capo della polizia Ulrike Schäfer. “Anche dopo aver investito e trascinato in giro le persone, ha proseguito la marcia”. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, al momento del fermo avrebbe utilizzato una pistola scacciacani, sparandosi al volto e riportando ferite serie.
Un video diffuso sui social mostra la vettura sfrecciare a velocità elevata nel centro di Mannheim, un’area pedonale con negozi e locali, poco dopo aver travolto i passanti. L’auto ha proseguito la sua corsa finché un tassista, con grande prontezza, ha bloccato la strada con il suo veicolo, costringendo il sospettato ad abbandonare la macchina. Dopo un tentativo di fuga a piedi nel quartiere di Jungbusch, la polizia lo ha fermato.
Il profilo del sospettato
Il pubblico ministero Romeo Schüssler ha dichiarato che l’uomo era impiegato come giardiniere paesaggista, ma non è chiaro se fosse attualmente al lavoro. Gli investigatori riferiscono che viveva da solo, senza una compagna o figli.

Non era sconosciuto alle autorità: aveva scontato una breve pena detentiva per lesioni più di dieci anni fa e aveva precedenti per guida in stato di ebbrezza. Nel 2018 è stato condannato a una multa per incitamento all’odio a causa di un commento pubblicato su Facebook.
La polizia sta valutando il suo stato di salute mentale, confermando che in passato aveva ricevuto cure psichiatriche. Le sue cartelle cliniche sono ancora in esame per stabilire se fosse affetto da una patologia diagnosticata.