
Oggi si svolgerà a Londra una riunione decisiva per i vertici della Royal Society britannica, una delle più prestigiose e antiche istituzioni scientifiche del mondo, chiamati a esaminare la proposta di espulsione di Elon Musk. La richiesta, sollecitata da circa 1400 ricercatori, è stata avanzata tramite una petizione pubblicata sulla rivista Nature.
La Royal Society, fondata nel 1660 e che ha visto tra i suoi membri storici figure come Isaac Newton, Charles Darwin, Albert Einstein, Dorothy Hodgkin, Benjamin Franklin e Stephen Hawking, ha tra i suoi attuali associati anche Musk. Il fondatore di Tesla e SpaceX era stato accolto nel 2018 per il suo contributo al progresso delle tecnologie legate ai razzi spaziali, alle auto elettriche e all’intelligenza artificiale.
Tuttavia, i firmatari della petizione, promossa dal professor Stephen Curry dell’Imperial College di Londra, chiedono che questo riconoscimento gli venga revocato, a causa delle polemiche sollevate dalla diffusione di notizie false tramite X (il social media di sua proprietà) e per il suo ruolo nell’amministrazione Trump, che ha influito sul finanziamento della ricerca negli Stati Uniti. Secondo gli oppositori di Musk, l’imprenditore avrebbe violato ripetutamente il codice etico della Royal Society, diffondendo informazioni scientificamente infondate su temi come il Covid-19, i vaccini e altre questioni sanitarie.
“Non si tratta di divergenze di opinione – ha scritto Curry in una lettera aperta – né di voler imporre un conformismo politico o di espressione, ma della convinzione condivisa da molti che Elon Musk abbia mostrato un atteggiamento di disprezzo verso le evidenze scientifiche”, continuando a essere accusato di essere uno dei principali diffusori di disinformazione sui social. Questo comportamento, secondo Curry, è incompatibile con i principi del codice di condotta della Royal Society e con le regole della comunità scientifica internazionale.