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Liliana Resinovich, parla l’avvocato del fratello: “Ipotesi suicidio esclusa, Lilli dava fastidio a qualcuno”

Pubblicato: 03/03/2025 17:58

Il caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta in circostanze misteriose a Trieste oltre tre anni fa, torna sotto i riflettori mentre si attendono i risultati della nuova perizia affidata alla professoressa Cristina Cattaneo. Sul tema è intervenuto Nicodemo Gentile, avvocato di Sergio Resinovich, fratello della vittima e presidente dell’Associazione Penelope, che ha sempre contestato l’ipotesi del suicidio.
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“L’ipotesi del suicidio era grossolana e bizzarra, ora è stata esclusa in radice“, ha dichiarato Gentile intervenendo in diretta su Rai 2. L’avvocato ha ribadito che i segni riscontrati sul corpo della donna non erano di natura accidentale. “Grazie al complesso e minuzioso lavoro della consulenza legale, è necessario un approfondimento dell’indagine. La Procura oggi ha riconosciuto la necessità di una rivalutazione del procedimento”, ha aggiunto.

Gentile ha sottolineato come sia importante capire perché l’inchiesta sia deragliata in passato e ha espresso fiducia nel lavoro della magistratura. “Ci sono persone mai sentite dagli inquirenti, amici della coppia che si frequentavano assiduamente, un’albergatrice che li conosceva bene. Le persone da ascoltare non mancano”, ha dichiarato.

Ricordando le modalità del ritrovamento del corpo, l’avvocato ha osservato: “Mai visto un suicidio in cui i sacchetti lasciano segni sul volto, mentre il cordino non ne lascia affatto. Prima di morire, qualche ceffone è arrivato”. Ha poi ipotizzato che Liliana desse fastidio a qualcuno nei suoi ultimi giorni: “Pesava solo 42 chili, non era difficile sopraffarla”.

Sul caso è intervenuto anche il Procuratore facente funzioni di Trieste, Federico Frezza, sottolineando che il lavoro svolto dagli esperti impone una profonda rivalutazione dell’inchiesta, con possibili nuovi accertamenti. La perizia, al momento, non è stata ancora resa pubblica.

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Ultimo Aggiornamento: 04/03/2025 10:23

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