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Meloni frena sul piano per l’Ucraina, scontro con Macron: “Correte troppo. Perplessa sulle truppe”

Pubblicato: 03/03/2025 07:36

Giorgia Meloni si smarca dalla linea imposta da Emmanuel Macron e da Londra lancia un messaggio chiaro: serve prudenza, non accelerazioni. Il confronto tra la premier italiana e il presidente francese si è acceso attorno al piano di supporto militare all’Ucraina, che Parigi e Londra spingono come una priorità. Meloni, invece, frena, sottolineando come sia necessario evitare fughe in avanti e garantire che gli Stati Uniti restino pienamente coinvolti nel processo di pace.

A margine del vertice, la premier ha anche incontrato Volodymyr Zelensky, con cui ha avuto un confronto definito «lucido e razionale». Un incontro importante, soprattutto dopo che il sostegno italiano a Kiev era apparso più sfumato nelle ultime settimane, complici i nuovi equilibri internazionali e il timore di un disimpegno americano. Meloni ha ribadito il pieno supporto all’Ucraina, ma ha anche sottolineato come in questa fase «non serva lasciarsi andare alle tifoserie». L’obiettivo dell’Italia, ha spiegato, è quello di mantenere una posizione di equilibrio, evitando mosse azzardate che possano dividere l’Occidente.

Il confronto con Macron e il ruolo dell’Italia

La frattura con Macron si è palesata durante il summit a Lancaster House, in un confronto che, secondo fonti diplomatiche, sarebbe stato piuttosto acceso. Il presidente francese ha illustrato il suo piano per l’Ucraina, basato su un maggiore coinvolgimento militare europeo, fino all’ipotesi di un invio di truppe. Meloni ha preso le distanze, ridimensionando la proposta a semplici «spunti» e ribadendo che ogni decisione deve essere presa in un quadro più ampio, senza creare contrapposizioni con Washington.

«Si è corso troppo», ha dichiarato la premier, lasciando intendere che l’entusiasmo di alcuni leader europei rischia di compromettere la compattezza dell’alleanza occidentale. Parole che rispecchiano una strategia precisa: evitare una guerra che diventi solo europea e garantire che ogni soluzione passi attraverso la cornice atlantica. La sua posizione, però, la mette in difficoltà, stretta tra la pressione dei partner europei e la necessità di mantenere un legame forte con Washington.

La terza via italiana e il rapporto con Londra

Meloni si presenta a Londra con una strategia ben definita: quella di proporsi come mediatrice tra le due sponde dell’Atlantico. Durante il vertice, ha avuto un incontro bilaterale con il primo ministro britannico Keir Starmer, in un clima che fonti diplomatiche hanno definito «disteso». Con lui ha condiviso la necessità di tenere compatta l’alleanza occidentale, evitando che l’Europa si muova senza un chiaro coordinamento con Washington.

Dopo il summit, Meloni ha tenuto un lungo incontro con i giornalisti fuori dalla residenza dell’ambasciatore italiano in Grosvenor Square, ribadendo la posizione italiana: «Tutti vogliamo una pace giusta e duratura, ma dobbiamo essere bravi a non favorire la divisione dell’Occidente». La sua preoccupazione principale è che un’eccessiva iniziativa europea possa creare una frattura con gli Stati Uniti, rendendo ancora più difficile trovare una soluzione stabile per l’Ucraina.

Il nodo Nato e la sicurezza dell’Ucraina

Se da un lato Meloni ha confermato la disponibilità dell’Italia a discutere di nuove proposte, dall’altro ha espresso perplessità sull’ipotesi di truppe europee in Ucraina, almeno in questa fase. Secondo la premier, la priorità deve restare il mantenimento di una strategia comune con gli Stati Uniti e la Nato. «Penso che sia un errore togliere dal tavolo la discussione sulla cornice atlantica», ha affermato, lasciando intendere che qualsiasi soluzione per Kiev dovrà necessariamente passare attraverso un coinvolgimento Nato.

Un punto centrale del ragionamento di Meloni è l’articolo 5 del Trattato della Nato, secondo cui un attacco contro un Paese membro viene considerato un attacco contro tutta l’alleanza. La premier ha lasciato intendere che questa potrebbe essere una via percorribile anche per l’Ucraina, senza dover attendere un ingresso formale di Kiev nella Nato. «Credo il tema dell’articolo 5 sia il più efficace di tutti», ha detto, sottolineando che il vero obiettivo è garantire la sicurezza di Kiev senza strappi con Washington.

Il dialogo con Trump e il futuro dell’alleanza atlantica

L’ombra di Donald Trump si allunga su tutto il dibattito geopolitico, e Meloni non ignora il peso che il tycoon potrebbe avere nel futuro delle relazioni transatlantiche. Due sere fa, ha avuto un colloquio telefonico con lui, nel quale ha ribadito la necessità di mantenere un dialogo tra Usa ed Europa. «Quel che dico in pubblico lo dico anche in privato», ha affermato Meloni, lasciando intendere che i rapporti con Trump saranno cruciali per la strategia italiana nei prossimi mesi.

La premier ha anche confermato che presto volerà alla Casa Bianca, pur senza indicare una data precisa. «A un certo punto ci andrò», ha detto, ribadendo che il suo obiettivo è garantire che gli Stati Uniti restino pienamente coinvolti nel processo di pace per l’Ucraina. «Ho la percezione che gli Usa vogliano la pace velocemente», ha aggiunto, sottolineando come anche Trump abbia interesse a trovare una soluzione che non si trasformi in una nuova crisi internazionale.

Il rischio dazi e il no all’ombrello nucleare europeo

Nel confronto con gli Stati Uniti, un altro tema caldo è quello dei dazi. Meloni si dice «molto preoccupata» per l’ipotesi di una guerra commerciale tra Usa e Ue, sottolineando che una escalation sarebbe dannosa per tutti. Una posizione che la distingue da quella di Matteo Salvini, più incline a minimizzare i rischi. «Se venissero introdotti i dazi, l’Europa risponderebbe. E una escalation indebolirebbe tutti», ha avvertito la premier.

Infine, Meloni ha respinto con fermezza l’ipotesi di un ombrello nucleare europeo, ventilata da alcuni leader del continente. «Parlarne ora non è intelligentissimo», ha dichiarato, sottolineando come questa opzione implicherebbe di fatto il disimpegno degli Stati Uniti dalla difesa del Vecchio Continente.

L’equilibrio difficile di Meloni tra Usa ed Europa

Meloni continua a insistere sulla prudenza, evitando accelerazioni che potrebbero compromettere la compattezza dell’Occidente. Ma la pressione cresce. Da un lato, Macron e Starmer spingono per un maggiore interventismo europeo; dall’altro, gli Usa, con o senza Trump, restano il vero ago della bilancia. Per ora, la sua linea è chiara: no a fughe in avanti, sì a una strategia che tenga insieme Europa e Stati Uniti. Ma la strada da percorrere resta piena di incognite.

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