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Zelensky: “Pronto a dimettermi se l’Ucraina entra nella Nato, ma ora mi ricandido”

Pubblicato: 03/03/2025 14:02

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto in modo deciso a chi suggerisce le sue dimissioni, dichiarando che sarebbe disposto a farlo solo se l’adesione dell’Ucraina alla Nato fosse garantita. “Se ci sarà l’ingresso nella Nato e la fine della guerra, significa che avrò portato a termine la mia missione“.

Zelensky ha anche aggiunto: “Sostituirmi non sarà facile, perché non basta semplicemente tenere le elezioni. Dovreste impedirmi di partecipare, e sarà un po’ più difficile“. Un chiaro segno della determinazione di continuare a guidare l’Ucraina, nonostante le forti pressioni politiche interne ed esterne.

Le dichiarazioni di Trump e la strategia di pace

L’attuale battaglia politica di Zelensky non si limita alla sola scena ucraina, ma coinvolge anche la diplomazia internazionale, in particolare quella con gli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha criticato aspramente Zelensky, considerandolo un ostacolo alla pace e accusandolo di voler continuare la guerra a tutti i costi.

Trump ha messo in discussione l’approccio di Zelensky, sostenendo che il suo insistere su una “pace giusta” che non ceda nulla a Mosca non faccia altro che prolungare il conflitto. Per Trump, infatti, la fine della guerra deve essere rapida e pragmatica, con un accordo che tenga conto della situazione attuale.

Gli attacchi di Trump

L’atteggiamento di Donald Trump nei confronti di Zelensky è stato durissimo fin da subito. Il Presidente Usa ha insultato il leader ucraino, definendolo “dittatore con il 4% di consensi” e un “comico di dubbio successo.” Ma questi insulti non sono frutto di semplice rancore personale; rappresentano il nucleo di una nuova strategia politica.

Trump ha sempre considerato la sua politica estera improntata su una visione pragmatica: non è disposto a sostenere l’Ucraina contro la Russia senza trarne vantaggio strategico, in particolare nei confronti della Cina, che considera il vero grande competitor degli Stati Uniti.

A differenza di Biden, che puntava a indebolire la Russia nel conflitto per concentrarsi sulla sfida cinese, Trump ha criticato l’approccio di coinvolgere l’Ucraina, ritenendo che ciò abbia spinto Mosca tra le braccia di Pechino, rafforzando il vero avversario degli Stati Uniti.

La pressione su Zelensky

Zelensky è un ostacolo alla sua strategia perché insiste nel chiedere garanzie che gli Stati Uniti non sono disposti a dare. Zelensky vuole una pace “giusta” che non ceda nulla alla Russia, mentre Trump è favorevole a una pace rapida, che ottenga quanto possibile per l’Ucraina in base alla situazione attuale, e che sia accettabile per Mosca.

Trump punta a una risoluzione che riavvicini la Russia all’Occidente, raffreddando il legame con la Cina. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, ha osservato che gli Stati Uniti hanno bisogno di un leader ucraino disposto a trattare, eventualmente anche con la Russia, per porre fine alla guerra.

“Se Zelensky rifiuterà di scendere a compromessi, avremo un grosso problema”, ha detto. Con queste parole, Waltz ha fatto capire che la posizione di Zelensky potrebbe mettere a rischio il supporto americano all’Ucraina.

Negli ultimi giorni, le indiscrezioni hanno suggerito che Washington stia preparando il terreno per ridurre o addirittura annullare gli aiuti all’Ucraina, e che Trump stia allontanando anche l’idea di un accordo economico sullo sfruttamento del sottosuolo ucraino.

La popolarità di Zelensky

Nonostante gli attacchi di Trump e la crescente pressione internazionale, Zelensky continua a godere di un ampio supporto popolare in Ucraina. Il presidente ucraino è uscito “rinforzato” dalla lite con Trump. “La società ucraina non è pronta per la resa, né i militari esausti,” ha osservato un esprto. In effetti, l’idea di cedere terreni o accettare concessioni alla Russia è inconcepibile per la maggior parte degli ucraini, che vedono nel loro presidente il simbolo della resistenza.

Le reazioni in Ucraina sono evidenti anche nei messaggi anonimi sui social, dove la popolarità di Zelensky appare rafforzata. Persone che non lo avevano votato o che avevano perso fiducia in lui ora si stringono attorno al presidente, apprezzando la sua fermezza nel difendere l’indipendenza e la sovranità nazionale.

Anche se in molti temono che un accordo con la Russia possa essere imposto per accelerare la fine del conflitto, le parole di Zelensky dimostrano la determinazione a non cedere: “Sostituirmi non sarà così facile. Non si tratterebbe solo di organizzare le elezioni, bisognerebbe impedirmi di candidarmi, e questo sarebbe un po’ più complicato”.

Zelensky, una leadership salda in patria

Le dichiarazioni di Zelensky dimostrano che la sua leadership rimane salda, nonostante le difficoltà diplomatiche e le pressioni esterne. La sua priorità rimane quella di ottenere l’adesione alla Nato per garantire la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina e porre fine alla guerra.

Mentre Trump e altri leader internazionali spingono per una soluzione rapida che soddisfi gli interessi globali, Zelensky continua a rappresentare la resistenza ucraina e la speranza di una pace giusta. Ma senza l’appoggio militare ed economico degli Stati Uniti, resistere ulteriormente per l’Ucraina diventerebbe davvero proibitivo.

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