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Eleonora Giorgi si sottopose a cure sperimentali di Verona: “Solo quattro sedute, era già troppo tardi”

Pubblicato: 04/03/2025 17:50

Una figura nota dello spettacolo, recentemente scomparsa all’età di 71 anni, aveva riposto le sue speranze in un trattamento sperimentale per il cancro al pancreas, una malattia che l’aveva colpita. La sua ricerca l’aveva portata a rivolgersi a un centro d’eccellenza italiano, rinomato a livello europeo per la ricerca e la cura di questa forma tumorale particolarmente aggressiva.
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“La persona in questione si era presentata al nostro reparto nel 2024, attratta dalle informazioni sulle nostre terapie sperimentali”, ha spiegato un responsabile dell’Unità Terapie sperimentali in oncologia del centro ospedaliero. “Come prassi per i pazienti idonei, l’avevamo inserita nel programma sperimentale di immunoterapia. Ha ricevuto le terapie in regime di day hospital per tre o quattro volte, ma le sue condizioni erano ormai troppo compromesse per permetterle di tollerarle. Siamo profondamente dispiaciuti, ma è fondamentale sottolineare che le sperimentazioni devono essere intraprese tempestivamente, poiché nelle fasi avanzate della malattia perdono la loro efficacia”.
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La donna aveva espresso pubblicamente la sua speranza di poter iniziare il trattamento già nell’ottobre precedente: “Spero di essere presa in carico dai medici di questo centro, dove si trova un’eccellenza sanitaria che cura la malattia agendo sui geni mutati, e spero di poter accedere a questi programmi sperimentali”, aveva dichiarato in un’intervista televisiva. Tuttavia, il suo organismo era già troppo debilitato per rispondere alla terapia.

I medici del centro sottolineano l’importanza della diagnosi precoce: “Dieci anni fa, la sopravvivenza a cinque anni per i tumori operabili, con intervento chirurgico e chemioterapia, era del 20%. Oggi si avvicina al 50%, più del doppio. Ovviamente non è ancora soddisfacente, ma i progressi sono stati significativi”, spiega un direttore dell’Istituto del Pancreas e dell’Oncologia.

“Si tratta di una malattia con una prognosi ancora severa, ma disponiamo di una tripletta di cure: chemioterapia con farmaci di nuova generazione, veicolati con nanotecnologie e più efficaci e meno tossici, migliori tecniche chirurgiche e dispositivi diagnostici radiologici avanzati”, prosegue il medico. “E ci sono anche i nuovi farmaci che agiscono sulle alterazioni genetiche, ma per il pancreas siamo ancora indietro: conosciamo le alterazioni genetiche del tumore, ma i farmaci sono ancora in fase di sviluppo e sperimentazione clinica”.

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Ultimo Aggiornamento: 04/03/2025 18:50

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