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Il mondo intero contro i dazi di Trump: proteste e allarmi, crollano le Borse

Pubblicato: 04/03/2025 17:01

Donald Trump ha dato il via alla guerra commerciale. Se le tariffe sui prodotti europei sono ancora una minaccia non ufficializzata, quelle contro Canada, Messico e Cina sono ormai una realtà: dal 4 febbraio, gli Stati Uniti hanno imposto dazi pesanti su un mercato di merci dal valore complessivo di 1.500 miliardi di dollari.

La reazione dei mercati finanziari è stata immediata: le Borse hanno subito un crollo e i rendimenti obbligazionari sono scesi bruscamente. Anche le valute di Canada e Messico hanno registrato un calo significativo.

L’Unione Europea avverte: “Rischio per il commercio globale”

L‘Unione Europea ha espresso profonda preoccupazione, sottolineando che questa decisione potrebbe compromettere seriamente il commercio globale in un momento in cui la cooperazione internazionale è alla base dell’uscita dalla crisi.

Le conseguenze economiche non si limiteranno ai partner commerciali degli Stati Uniti: secondo gli economisti americani, i dazi su Canada e Messico potrebbero tradursi in un aggravio dei costi per le famiglie americane, incidendo sui prezzi di generi di prima necessità come alimentari, carburanti e medicinali.

Trudeau risponde con tariffe contro gli USA

Il Canada non ha tardato a reagire. Il primo ministro Justin Trudeau ha annunciato misure di ritorsione con dazi del 25% su 107 miliardi di dollari di merci statunitensi. “Nulla giustifica queste misure americane”, ha dichiarato, sottolineando che le nuove tariffe canadesi rimarranno in vigore fino a quando gli Stati Uniti non ritireranno le loro sanzioni. Anche il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha promesso una risposta dura, prevedendo ripercussioni immediate sull’industria automobilistica del Michigan e sul settore energetico.

La Cina contrattacca con nuove tariffe

Pechino ha reagito duramente alla nuova ondata di dazi imposta da Washington. Il ministero del Commercio cinese ha annunciato aumenti tariffari tra il 10% e il 15% su vari prodotti americani, tra cui pollo, grano, mais e cotone, e ha presentato un nuovo ricorso presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto).

La Cina accusa gli Stati Uniti di violare le regole del commercio internazionale e di minare la stabilità economica globale. La risoluzione delle dispute commerciali attraverso il Wto appare però bloccata da anni, complice – perlomeno nei periodi della sua presidenza – proprio l’ostruzionismo dell’amministrazione Trump.

Il Messico avverte gli USA: “Volevi un muro, avrai un muro”

Anche il Messico, con la presidente Claudia Sheinbaum, ha reagito alla nuova ondata di dazi. “Se gli Stati Uniti vogliono costruire un muro per tenere lontano 7 miliardi di persone, questi 7 miliardi di consumatori possono smettere di comprare prodotti americani in poche ore”, ha dichiarato Sheinbaum.

Il messaggio è chiaro: le aziende statunitensi rischiano di pagare un prezzo molto alto per le scelte protezionistiche di Trump, con una possibile sostituzione dei loro prodotti con merci di provenienza europea e asiatica.

Il mondo economico in allarme

Gli effetti delle nuove misure protezionistiche di Trump rischiano di aggravare ulteriormente un clima già teso sui mercati finanziari e nei rapporti diplomatici tra le principali potenze economiche. Con la crescita globale già in rallentamento, questa escalation commerciale potrebbe avere conseguenze a lungo termine su consumatori e imprese di tutto il mondo.

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