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Trump minaccia gli studenti americani: “Se partecipate a proteste nei campus sarete incarcerati e espulsi”

Pubblicato: 04/03/2025 23:13

Le manifestazioni nei campus e nelle scuole potrebbero presto avere conseguenze drastiche: arresto, espulsione dall’istituto e, per gli studenti stranieri, persino l’espulsione dal Paese. Inoltre, gli istituti che non reprimono le proteste rischiano di perdere i finanziamenti federali. È questo il monito lanciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul suo social network, Truth.

“Tutti i finanziamenti federali si fermeranno per qualunque college, scuola o università che consente proteste illegali”, ha scritto Trump. Tuttavia, non ha chiarito cosa intenda per “illegali”, considerando che il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione americana. Ha poi aggiunto: “Gli agitatori saranno imprigionati o permanentemente rimandati nel Paese da cui sono venuti. Gli studenti americani saranno permanentemente espulsi o, a seconda del reato, arrestati”.

Le parole del presidente non forniscono dettagli sulle proteste che rientrerebbero in questa definizione, ma molti osservatori le collegano alle manifestazioni pro-Palestina che lo scorso anno si erano diffuse in numerosi campus, portando all’arresto di centinaia di studenti. L’unica specifica aggiunta da Trump è stata: “No maschere!”, facendo riferimento al divieto di coprire il volto durante le proteste.

Sebbene Trump non abbia menzionato episodi specifici, le tensioni che hanno segnato l’anno passato riguardavano soprattutto il sostegno americano a Israele nell’attacco su Gaza. Una posizione che, con la sua amministrazione, si è ulteriormente inasprita: dal supporto aperto al governo Netanyahu fino alla controversa proposta di trasferire la popolazione palestinese in altri Paesi e di acquistare la Striscia di Gaza.

Il rischio di nuove tensioni tra Trump e una parte dell’elettorato, in particolare nei campus universitari, appare evidente. Non a caso, proprio ieri il governo federale ha annunciato una revisione delle sovvenzioni alla Columbia University, storicamente un centro di mobilitazione studentesca, a seguito di non meglio precisati episodi di antisemitismo.

Oltre al conflitto israelo-palestinese, altri temi potrebbero infiammare le proteste, come la crisi climatica, che negli anni scorsi ha portato migliaia di studenti a scendere in piazza. Trump ha voluto tracciare una linea netta: chi manifesta rischia ripercussioni personali, mentre le scuole che non reprimono le proteste potrebbero perdere i fondi. Resta ora da vedere come queste minacce verranno tradotte in azioni concrete, ma l’intento è chiaro.

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