
La risposta del Canada alla guerra commerciale dei dazi lanciata da Donald Trump ha preso una piega inaspettata: la “guerra dell’alcol“. Il governo canadese ha infatti deciso di mettere al bando dalla vendita whisky, bourbon e altri liquori americani, con l’obiettivo di colpire direttamente gli Stati Uniti, in particolare quelli a maggioranza repubblicana che sono anche i principali esportatori di alcol nel Paese.
La risposta unitaria delle province canadesi
Numerose province canadesi si sono unite in questa azione, coordinando un boicottaggio che ha visto la rimozione di migliaia di bottiglie di liquori americani dagli scaffali dei negozi. Tra le province che hanno preso parte all’iniziativa figurano Ontario, Quebec, Manitoba, British Columbia e Nova Scotia.
Il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha dichiarato che questa azione rappresenta “un enorme colpo per i produttori americani”, mentre altre province hanno seguito l’esempio, mettendo al bando i prodotti provenienti dagli Stati Uniti.
Un’immagine virale sulla piattaforma Reddit ha reso ancora più visibile la protesta, mostrando uno scaffale vuoto con un cartello che recita “compra canadese invece di”, accompagnato dal simbolo nazionale della foglia d’acero. Questo gesto mostra la volontà del Canada di rispondere duramente alle politiche commerciali di Trump.

La protesta sociale e il consenso popolare
Sui social media, l’iniziativa ha riscosso ampio consenso tra i canadesi, con migliaia di utenti che hanno elogiato il provvedimento. Anche il premier Justin Trudeau, che ha lanciato la linea dura, ha visto un aumento di consensi tra la popolazione, che ha apprezzato la fermezza del governo canadese di fronte alle azioni di Trump.
Un colpo ai giganti americani del settore alcolico
La guerra dell’alcol avrà pesanti ripercussioni sulle grandi aziende statunitensi del settore, come Jack Daniel’s, Bacardi Rum, Tito’s Vodka, Jim Beam e Bulleit Bourbon. Si tratta di marchi molto noti, che rischiano di perdere una parte importante del mercato canadese, dove ogni anno vengono venduti prodotti americani per un valore complessivo di 965 milioni di dollari, con oltre 3600 etichette diverse importate da più di 35 Stati americani.
L’Ontario, che è la provincia più popolosa del Canada e dove risiede un terzo della popolazione nazionale, è anche quella con la maggiore produzione industriale. La messa al bando di liquori americani avrà un impatto notevole sul mercato, sia in termini economici che sul piano politico, in quanto il Canada sta dimostrando una forte unità nella risposta a una politica protezionistica che sta creando forti frizioni tra i due Paesi.

La rappresaglia canadese e le misure contro gli Stati Uniti
Oltre alla guerra dell’alcol, il governo federale canadese ha annunciato l’imposizione di dazi al 25% su oltre 30 miliardi di dollari di importazioni dagli Stati Uniti, una misura che si inserisce in un contesto più ampio di rappresaglie commerciali. I dazi interesseranno una vasta gamma di prodotti, e si prevede che entro fine marzo vengano applicate nuove tariffe su beni per un valore complessivo di oltre 150 miliardi di dollari.
Inoltre, l’Ontario ha annullato un contratto da 100 milioni di dollari con Starlink, la compagnia di Elon Musk, e ha deciso di imporre una tariffa del 25% sulle forniture di energia elettrica provenienti da molti Stati americani della costa Est e del Midwest. La provincia ha anche minacciato di interrompere le forniture di energia se le tariffe imposte da Trump dovessero rimanere in vigore oltre aprile.