
Il dibattito sulla difesa europea e sulle dinamiche del commercio globale si accende nel governo italiano. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti denuncia i rischi di un riarmo frettoloso e sottolinea la necessità di un commercio più equo, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani accoglie con favore il piano proposto dalla Commissione europea.
Giorgetti: “Serve un piano ragionato, non scelte affrettate”
Intervenendo in videocollegamento a un convegno economico della Lega a Montecitorio, Giorgetti ha distinto gli aiuti all’Ucraina – che non sono in discussione – dal tema più ampio della difesa europea. “Un programma di investimenti in infrastrutture militari deve avere un senso ed essere ben ponderato, non può essere fatto in fretta e furia senza una logica“, ha dichiarato il ministro.
Giorgetti ha poi sottolineato che la costruzione di una capacità militare europea richiede tempi lunghi: “Per comprare un drone o un missile supersonico non si va al supermercato, ci vogliono investimenti pluriennali“.
Giorgetti ha anche messo in guardia dal rischio di errori dettati dal caos e dalla confusione, paragonando la situazione attuale a decisioni sbagliate prese in passato: “Non dobbiamo ripetere gli stessi errori che ci hanno portato a comprare montagne di vaccini a prezzi incredibili, per poi buttarne una parte, o lo stesso con il gas“.
Tajani: “Una sicurezza europea che rafforzi la NATO”
Di diverso avviso è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che accoglie con favore il piano per la difesa proposto da Ursula von der Leyen, ma preferisce definirlo un “piano per la sicurezza europea“. Secondo Tajani, infatti, l’iniziativa non rappresenta un’alternativa alla Nato, bensì un suo rafforzamento. “L’obiettivo è costruire un pilastro europeo che si affianchi a quello americano, per garantire la pace per tutti”.

Giorgetti sul commercio globale: “Serve più equità, il WTO è fermo”
Nel suo intervento, Giorgetti ha anche affrontato il tema della concorrenza internazionale e delle politiche commerciali, sollevando dubbi sui dazi imposti dagli Stati Uniti ma sottolineando che il problema della concorrenza sleale esiste da tempo.
“Ci scandalizziamo per i dazi di Trump, ma prima avevamo davvero un mercato di concorrenza perfetta e leale? Non c’erano forse Paesi che finanziavano imprese per fare concorrenza scorretta, sfruttando i lavoratori e inquinando per abbattere i costi?”, ha detto il ministro.
Ha poi evidenziato come il Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) sia ormai inattivo da anni, segno della crisi del sistema multilaterale: “Anche l’arbitro non viene più riconosciuto“. Secondo Giorgetti, il tema della concorrenza sleale riguarda direttamente le imprese italiane, molte delle quali hanno sofferto a causa della competizione sleale da parte di altri Paesi.
Un equilibrio tra difesa e interessi economici
Il dibattito aperto nel governo italiano mostra due priorità parallele: da un lato, la necessità di rafforzare la sicurezza europea senza perdere di vista l’alleanza atlantica, dall’altro la consapevolezza che le sfide economiche globali richiedono regole più trasparenti per tutelare le imprese nazionali.